Termini Imerese, continua la protesta. Mise e Regione: contattate altre tre imprese

PALERMO – Non si placa la protesta a Termini Imerese. Ancora senza un futuro occupazionale certo gli operai dello stabilimento Fiat e dell’indotto torneranno a manifestare lunedì mattina a Palermo, con un sit in a piazza Indipendenza, davanti alla sede della Presidenza della Regione siciliana. A calmare gli animi non sono state sufficienti nemmeno le novità emerse nei giorni scorsi dopo l’ennesimo vertice al ministero dello Sviluppo economico tra il sottosegretario Simona Vicari e il governatore Rosario Crocetta. Del resto da oltre due anni si procede sull’onda di promesse e soluzioni in tempi brevi mentre tutti gli attori in gioco faticano a trovare la luce alla fine del tunnel.
Ieri mattina un’assemblea, indetta da Fim, Fiom e Uilm, nell’aula consiliare del Comune di Termini Imerese, ha la prosecuzione della protesta. Si avvicina infatti la scadenza della fine della cassa integrazione per cessazione attività, prevista per il 2013, e potrebbe non esserci più il tempo sufficiente a trovare soluzione adeguate che facciano ripartire il polo industriale mantenendo i livelli occupazionali.
 
"Il presidente Crocetta – ha spiegato Roberto Mastrosimone, segretario provinciale della Fiom di Palermo – avvii un confronto vero e serio con le parti sociali, per risolvere il problema dei 1.500 lavoratori della Fiat e dell’indotto, che sono stanchi di annunci a mezzo stampa e di chiacchiere della politica regionale e nazionale”. Del resto appare evidente, ricorda il sindacalista, che “gli impegni per il rilancio del sito non sono stati rispettati”. I sindacati propongono il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali dal 1 gennaio 2014 sia per dipendenti della Fiat che per quelli dell’indotto, ma sarebbe soltanto un palliativo senza un effettivo rilancio industriale. 
Nei giorni scorsi se ne è discusso a Roma. Al Mise si sono incontrati Rosario Crocetta e Simona Vicari, rispettivamente per conto della Regione siciliana e del ministero, e hanno valutato di affrontare la vertenza “in termini di nuove tipologie di insediamenti” e di rilancio del “comparto dell’automobile e della componentistica”. Le ultime novità risiederebbero nei contatti intrapresi con tre imprese specializzate nella produzione di biocarburanti, energia e trasformazione di motori. Stando a quanto emerso dall’incontro  nel giro di un mese potrebbero essere convocate al ministero tutte le parti interessate dalla vertenza per aggiornare l’accordo di programma precedentemente siglato. Tuttavia, visti i precedenti, la cautela è d’obbligo.