Antonio Ingroia abbandona la magistratura

AOSTA – “Avendo lui continuato a far attività politica credo che la situazione sia obbligata”.
Così il procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia ha commentato l’annuncio di Antonio Ingroia di voler abbandonare la magistratura. “Mi aspettavo questa decisione – ha aggiunto il procuratore – in considerazione degli ultimi sviluppi, Ingroia é stato qui e mi aveva detto che avrebbe fatto un passo indietro rispetto alla politica poi ha incominciato di nuovo a far politica tanto che ho dovuto fare una segnalazione”. Entro giovedì prossimo Antonio Ingroia, infatti, sarà ad Aosta “per salutare i colleghi e per restituire le chiavi del suo ufficio”. Ingroia è in ferie fino al 20 giugno, dopo aver preso servizio ad Aosta il 15 maggio scorso: “Qui è stato accolto più che bene da tutti – ha aggiunto il procuratore capo di Aosta – e ovviamente avrebbe lavorato in modo analogo a tutti gli altri sostituti, noi siamo molto uniti e le nostre decisioni vengono metodologicamente condivise e discusse”.
Intanto dal Consiglio superiore della magistratura giunge una seria critica: “Ingroia ha danneggiato la magistratura e la credibilità di quello che ha fatto prima”.
Il severo giudizio sull’ex pm di Palermo che ha scelto la politica è del consigliere del Csm Vittorio Borraccetti, esponente di Magistratura democratica, la corrente nella quale ha a lungo ‘militato’ anche Ingroia. Borraccetti definisce “inaccettabili” le accuse di Ingroia al Csm di averlo punito per le sue inchieste: “Nessuno lo ha punito, né ha ostacolato l’indagine sulla trattativa”, ha dichiarato.
Molte le polemiche anche dal mondo politico. “L’abbandono della toga da parte del dott. Ingroia in questo momento appare quanto mai sospetto” ha dichiarato Jole Santelli del Pdl riferendosi alla questione sollevata dallo stesso Csm in questi giorni sul fatto che il procuratore Messineo era condizionato dal suo aggiunto Ingroia. “I medesimi fatti – aggiunge la Santelli – , hanno portato due settimane fa ad una sentenza di condanna nei confronti del giornalista Andrea Marcenaro e del direttore di Panorama Giorgio Mulé”.