Berlusconi ha torto marcio quando dice che l’Iva dev’essere diminuita di 1 punto, dal prossimo 1° luglio, perché è stato il suo Governo ad aprire la strada al 22 per cento. Ma ha anche ragione quando si chiede come sia possibile non trovare quattro miliardi per rinviare la misura al 1° gennaio 2014, tagliando l’equivalente importo su 800 miliardi circa di spesa pubblica di cui 80 per interessi sul debito sovrano.
Il Cavaliere dimentica, però, che i suoi governi non sono stati capaci di effettuare tali tagli, per non inimicarsi questa o quella categoria. Neppure il governo Monti ha effettuato tagli, per la stessa ragione: la pressione delle categorie su quella strana maggioranza che si è ripetuta con l’attuale governo Letta. Nessuna parte economica e sociale vuole perdere un punto dei propri privilegi.
Solo un Governo forte avrebbe l’autorevolezza di tagliare la spesa pubblica, atto propedeutico per trovare risorse indispensabili agli investimenti e rimettere in moto la crescita con la creazione di opportunità di lavoro.
L’attuale contrasto latente nella strana maggioranza impedisce tale azione forte e decisa.
Ritorniamo all’Imu sulla prima casa. L’aumento del sessanta per cento delle rendite catastali ha creato ulteriori macroscopici squilibri nell’imposizione, perché sono rimaste inalterate le categorie catastali indifferentemente dall’ubicazione dell’immobile.
Un’abitazione di 100 metri quadrati ubicata in piazza di Spagna, a Roma, e un’abitazione di 100 metri quadrati con la stessa categoria catastale, ubicata nel quartiere Tuscolano o Tiburtino pagano la stessa Imu, mentre hanno un valore diverso, anche di cinque/dieci volte.
Inoltre, non si è tenuto conto del reddito della famiglia che abita la prima casa, né del suo valore sul mercato. Il proprietario di una casa che vale un milione di euro può pagare l’Imu per intero, ma quello che possiede un immobile fino a centomila euro dovrebbe esserne esentato. Fra uno e l’altro scaglione, l’Imu potrebbe essere progressiva, cioè aumentare più che proporzionalmente.
La rimodulazione dell’Imu, come abbiamo indicato, può essere fatta a saldi invariati, senza le necessità di reperire altrove i quattro miliardi indicati.