Siracusa – Contratti di lavoro fittizi per sei consiglieri comunali

SIRACUSA – Cinque ex consiglieri comunali in carica dal 2008 al 2013 e uno appena rieletto sono stati indagati con l’accusa di truffa per avere “fittiziamente” stipulato contratti di lavoro subordinato con alcune ditte, in occasione della loro elezione senza tuttavia, secondo gli investigatori, svolgere alcuna attività. Un modo per ottenere i rimborsi nei giorni in cui partecipavano a riunioni del Consiglio comunale o delle commissioni consiliari permanenti. Si tratta di Sergio Bonafede, Riccardo Cavallaro, Riccardo De Benedictis, Piero Maltese e Adolfo Mollica. Il consigliere rieletto è Franco Formica.
Nell’inchiesta denominata ‘fantassunzioni’ sono indagati anche sette imprenditori che hanno stipulato le assunzioni. La Polizia ha sequestrato conti correnti bancari e postali e cassette di sicurezza intestati ai 13 indagati. Il totale dei rimborsi ammonta a 657.965 euro. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa, è iniziata nel settembre 2012 con alcuni blitz a Palazzo Vermexio, sede del Comune, e relativi sequestri di diversi faldoni per meglio inquadrare la vicenda dei rimborsi alle ditte dove risultavano impiegati consiglieri in carica dal 2008 al 2013.
Secondo la ricostruzione della Digos, sarebbe stata sfruttata così, impropriamente, la normativa regionale che prevede i rimborsi delle giornate lavorative trascorse in municipio per partecipare a riunioni dei Consigli comunali o delle commissioni consiliari permanenti.
In alcuni casi, gli stipendi mensili ed i relativi oneri contributivi finivano per essere interamente pagati dalla collettività. Il totale sfiora i 670 mila € come totale dei singoli rimborsi fruiti dagli indagati. E la Polizia aggiunge che “questo è soltanto l’inizio” in quanto sono già al vaglio le posizioni di tutti i restanti consiglieri comunali della passata tornata amministrativa. Si ipotizza infatti la possibilità di accordi tra i politici e i titolari delle ditte per una spartizione delle somme indebitamente percepite.