I tagli da fare sono noti: applicare ai dipendenti regionali lo stesso contratto dei dipendenti della Lombardia e ai sedicimila pensionati regionali le stesse norme dei pensionati della Lombardia; mettere in disponibilità, con l’80 per cento dello stipendio (art. 16, L. 183/11), le 13.820 unità di personale in esubero rispetto alla Lombardia, inclusi i regionali che svolgono funzioni statali (risparmio di 1.400 milioni di euro). Equiparare l’Ars al Consiglio della Lombardia e applicare le indennità di Giunta della stessa, con un risparmio di 97 milioni. Regolamentare i Consorzi di Comuni con un risparmio di 550 milioni rispetto alle precedenti Province. Internalizzare i servizi, azzerando i componenti dei Cda delle partecipate e le perdite (risparmio di 155 milioni).
Applicare anche in Sicilia la riduzione di consiglieri comunali e circoscrizionali e delle loro indennità (L. 122/2010 e L. 148/2011) con un risparmio di 200 milioni. Allineare la spesa farmaceutica alla media Italia e riequilibrare il rapporto dirigenti/dipendenti come in Lombardia. Migliorare l’efficienza per ridurre il numero dei pazienti siciliani che vanno a curarsi fuori (risparmio di 1.100 milioni). Applicare la legge anticorruzione (L. 190/12) e istituire l’Autorità indipendente antimafia e anticorruzione, Aiaa (risparmio 130 milioni).
In totale 3,6 miliardi di tagli suggeriti dal QdS già dall’estate del 2011.
Su una cosa Bianchi ha ragione, peraltro non supportato da Crocetta: i deputati possono fare le leggi a costo zero, cioé tutte quelle riforme in tema di semplificazione di procedure, riordino di leggi e regolamenti, recepimento di leggi nazionali per il taglio di consiglieri comunali e circoscrizionali, riordino del sistema pensionistico, eliminando i privilegi e così via, in modo da arrivare a quei 3,6 miliardi di tagli che Bianchi non è in condizione di fare.
È al lavoro la commissione presieduta da Antonello Cracolici, per procedere al taglio netto dei compensi ai deputati, ma l’inizio non è promettente, perché non solo si devono adeguare i compensi a quelli del Consiglio regionale della Lombardia, ma vanno eliminate le indennità di carica per presidente, vicepresidenti, segretari, questori, presidenti di commissioni che fanno lievitare il costo.
Non sappiamo se Cracolici abbia anche l’incarico di adeguare il contratto dei dipendenti al modello Lombardia. Anche questo sarebbe un atto di equità molto apprezzabile.