Il caso Calderoli sembra creato ad arte, perché la Lega ha bisogno di quella visibilità che ha perso, con il risultato di avere dimezzato i propri elettori passati dal dieci a meno del cinque per cento.
L’ex ministro per la Semplificazione non è uno sprovveduto, ma un politico di lungo corso. Non avrebbe pronunciato la frase incriminata (paragonando la ministra Kyenge a un orango), se non per ottenere che si parlasse di lui e della Lega per una settimana.
Il risultato è stato raggiunto perché stampa, televisioni e responsabili politici sono caduti nella trappola alimentando un’azione comunicativa nata proprio per acquisire visibilità. Se pur dandone comunicazione breve, succinta e compendiosa i mezzi di stampa si fossero limitati, la questione si sarebbe autosgonfiata e il supposto disegno di Calderoli avrebbe fatto flop anziché aver conseguito successo.
Anche Letta e il suo Governo avrebbero fatto bene a non dare ossigeno a questa maldestra iniziativa, che ha avuto il pregio di attirare l’attenzione della pubblica opinione, ovviamente distraendola dalle questioni vere e serie che sono sul campo.
Quindi, è convenuto a tutti dare ai cittadini fumo negli occhi, approfittando del caldo estivo che induce tutti ad abbassare la tensione e a pensare più al mare o alla montagna invece di risolvere i problemi.
I macigni sono anche sulla Sicilia, ancora più grossi e più pesanti. Crocetta, eletto dal popolo con appena il quindici per cento dei consensi, ha tuttavia il dovere di decidere e il dovere di fare, mentre sembra che si preoccupi di acquisire nuovi deputati alla propria maggioranza allargando il suo partito anche a livello nazionale. Tutto ciò non è interesse generale. è, invece, interesse privato del signor Crocetta che dimentica i suoi obblighi istituzionali.
I macigni sulla Sicilia e le relative soluzioni sono anche elencati nella pagina che pubblichiamo. Non solo nessuno di essi è stato affrontato, non solo non ne è stata valutata la possibile soluzione, ma da parte della Giunta regionale e dei componenti dell’Ars non si vede l’ora che arrivi agosto per prendere il rituale e meritato riposo che, anche quest’anno, sarà fra i trenta e i quaranta giorni.
Nelle more che scorra il tempo, i siciliani bisognosi si deprimono ulteriormente, la povertà dilaga, le attività economiche dimagriscono, la disoccupazione aumenta, il Pil regredisce quasi il doppio del regresso registrato a livello nazionale.
Insomma, la casa brucia e il pompiere Crocetta si occupa del Megafono, di partecipare a convegni, di tagliare nastri anziché impiegare il massimo numero di autopompe per spegnere il rogo, che divampa sempre più.