L’evasione fiscale nuoce gravemente al Pil

ROMA – Il sommerso economico in Italia nel 2013 è pari al 17,4% del Pil e la cifra dell’imponibile sottratto al fisco ammonta a 272 miliardi. Sono le stime fornite dall’Ufficio di Confcommercio elaborate sulla base dei dati Istat. La cifra del sommerso si confronta con l’11,9% del Messico, il 9,5% della Spagna e addirittura lo 0,3% in Norvegia e 0,7% in Olanda.
Guardando invece nello specifico alle singole regioni italiane, l’evasione fiscale non sembra avere un Nord ed un Sud anche se, il tasso di infedeltà fiscale, ovvero la propensione all’evasione sembrerebbe come al solito attribuire il solito, triste, primato negativo al Sud.
Il Centro Studi Sintesi, sulla base dei dati del Dipartimento Economia e Finanze del Mef e dell’Istat, ha “premiato” quali regine della legalità regioni del Nord quali Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia: queste tre regioni hanno in comune un tasso di infedeltà fiscale irrisorio (13%). La maglia nera di regione “furbetta” va alla Calabria con il 38,4%, seguita a pari merito da Sicilia e Campania (34,2%).
La misurazione dell’infedeltà fiscale, tuttavia, ha un suo perchè solo fino ad un certo punto, dal momento che le percentuali diffuse dal Centro Studi Sintesi si riferiscono a chi denuncia un reddito Irpef, ma non è detto che chi faccia la dichiarazione dei redditi non ne nasconda una parte cospicua.
Nella nostra regione, l’evasione fiscale accertata nel 2012 è stata di ben 1,4 miliardi, secondo quanto dichiarato dalle Fiamme gialle del Comando regionale Sicilia. Nei primi cinque mesi del 2013, sempre secondo i dati della GdF, il danno erariale accertato solo sul fonte del mancato versamento dell’Iva, è stato pari a 54 milioni.