Termini Imerese, per ora solo ipotesi

TERMINI IMERESE (PA) – Si riaccende una fiammella di speranza per gli oltre 2.000 lavoratori che erano impegnati nelle fabbriche della Fiat e dell’indotto. Il 31 dicembre, quando finirà la cassa integrazione, si avvicina a grandi passi, ma dall’incontro di ieri a Roma tra Governo regionale, Governo nazionale, parti sociali e Fiat si iniziano a configurare almeno due possibilità concrete per riprendere l’attività e ridare il pane a molte famiglie locali.
 
Predicano prudenza i sindacati, si lascia andare a qualche promessa il governatore Rosario Crocetta, presente all’incontro che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico. “L’incontro – ha esordito il presidente – è andato come pensavamo, è stato positivo. A settembre ci rivediamo per definire i termini dell’aggiornamento dell’accordo di programma sapendo che questa volta abbiamo un piano di investimenti certi”.
 
A questo punto va fatta una frenata. Il “piano di investimenti certi” di cui parla Crocetta è in realtà una serie di trattative con quattro diversi gruppi imprenditoriali. Ovviamente tra di loro non c’è la Fiat. Le dichiarazioni dell’ad Sergio Marchionne sono state fin troppo chiare: “Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili”. Figurarsi a Termini Imerese, dove il Lingotto ha recuperato armi e bagagli e ha lasciato il polo industriale 17 mesi fa. È stato il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ad aver assicurato che quattro trattative sono in corso, di cui due in dirittura d’arrivo: Newcoop, Biogen (le due proposte più vecchie per la riconversione del sito), Landi (che si occupa di trasformazione di autobus da normali ad ibridi e avrebbe 100 occupati diretti) e delle aziende che producono carburanti di seconda generazione (con il coinvolgimento di 250 lavoratori). Altra azienda che già la prossima settimana dovrebbe visitare gli impianti è la Radiomarelli (con sede in Svizzera, si occupa di elettronica di consumo), che coinvolgerebbe 600 lavoratori e produrrebbe anche accumulatori d’idrogeno. La proposta, per il governatore, “è concretissima”.
 
Per quanto riguarda i biocarburanti, i posti di lavoro potrebbero arrivare fino a 500, anche se Crocetta vi vorrebbe dirottare nell’indotto i forestali in esubero. Considerando tutte le promesse e le false speranze del passato, la prudenza non è mai troppa. I sindacati puntano, per cominciare, a dare una prima sicurezza ai 1.300 lavoratori che erano impiegati dalla Fiat, attraverso il prolungamento della Cassa integrazione anche per il 2014: “C’è la disponibilità della Fiat a un altro anno di cassa, ma ancora nessuna certezza”, ha affermato il segretario della Fiom, Maurizio Landini. “La priorità nell’immediato – gli ha fatto eco Antonio D’Anolfo, segretario dell’Ugl – è quella di prorogare la cassa integrazione, la cui scadenza si avvicina in modo pericoloso, perché i lavoratori non possono essere lasciati senza un sostegno al reddito. Per il futuro si cominciano ad aprire spiragli positivi dopo un periodo di incertezza insostenibile, ma l’auspicio è che si passi dalle parole ai fatti”.
 
Il problema rimarrebbe salvaguardare i livelli occupazionali pre-abbandono del Lingotto, anche perché molti dei lavoratori dell’indotto non godono dello stesso supporto degli altri. La richiesta di massima concretezza è quella che è emersa maggiormente dalle parti sociali: altri tira-e-molla non possono essere più ammessi. Roberto Quartarone Twitter: @rojoazul86

 
Salvaguardare anche i lavoratori dell’indotto
TERMINI IMERESE (PA) – La questione dei lavoratori dell’indotto è stata presa a cuore: “È chiaro – ha dichiarato il segretario provinciale della Fiom di Palermo Roberto Mastrosimone – che evitare i licenziamenti e tutelare i livelli occupazionali degli operai diretti e dell’indotto per noi è una priorità, anzi un passaggio fondamentale. Chiediamo un incontro immediato con le ditte dell’indotto per definire la cassa integrazione per tutti i loro dipendenti anche per il prossimo anno. Su questo i rappresentanti del governo nazionale e regionale si sono impegnati a convocarli urgentemente”.
Qualche dubbio è venuto dal segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uiliano, che ha parlato di “novità positive” ma ha commentato negativamente “che ci hanno fatto aspettare sei mesi questo incontro: sembra che hanno soluzioni per tutti i mali di Termini. Speriamo che si concretizzino”.
La questione s’intreccia con il piano di investimenti (oltre 63 milioni di euro sbloccati dalla Commissione europea a giugno) per realizzare l’interporto di Termini Imerese. Si attende di completare l’infrastruttura, che servirà a dare una spinta decisa al sistema dei trasporti nell’Isola, soprattutto nel settore del commercio. Anche questo sarà un volàno indispensabile per risollevare una città che è stata illusa troppe volte.