Ma, vorremmo chiedere a lor signori, quale utilità pubblica generano i maxi-stipendi di deputati, senatori, dirigenti e dipendenti pubblici (che lavorano 36 ore settimanali anziché 40), acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche a prezzi superiori a quelli di mercato (il che nasconde la corruzione), appalti di opere pubbliche con cemento depotenziato e a prezzi superiori a quelli della media europea? Un elenco che potrebbe continuare a lungo.
Il danno che fanno i dirigenti pubblici nel dire sempre di no a tutto e a tutti, che si appigliano alla parola di un comma, che non capiscono come siano privilegiati dal momento che percepiscono regolarmente il loro stipendio il 27 di ogni mese, accreditato automaticamente sui loro conti bancari, mentre i dipendenti delle imprese private hanno ritardi di mesi e qualche volta perdono del tutto gli stipendi.
Si tratta di una vistosa iniquità, perché tutti i cittadini sono uguali e, per conseguenza, lo stipendio dovrebbe essere percepito lo stesso giorno sia dai dipendenti pubblici che da quelli privati.
La macchina economica dev’essere rimessa in movimento, perciò occorrono provvedimenti che stimolino la spesa.
E’ comune opinione che, nel 2013, la curva della recessione abbia raggiunto il punto più basso. Ne consegue che per fine anno e dal 2014 in avanti, il Pil non potrà che crescere, poco se questo Governo farà poco, molto se questo Governo inserisce meccanismi di efficienza.
Dove? Nella macchina burocratica di ogni livello. Se non si semplificano rapidamente le norme e le procedure, se non si tolgono lacci e lacciuoli, se non si aboliscono autorizzazioni e concessioni preventive, potenziando fortemente i controlli successivi, se non si responsabilizzano i dirigenti e i dipendenti, che devono evadere i servizi richiesti da cittadini e imprese, qualunque provvedimento legislativo resterà sulla carta e la ripresa si allontanerà verso il secondo semestre del 2014.
Ma il Paese non è uguale. Le otto regioni del Nord stanno di gran lunga meglio delle otto regioni del Sud. Qui occorre tagliare clientelismo e favoritismo e innestare un processo virtuoso che sblocchi una volta per tutte la macchina economica inceppata.