ROMA – Salvacondotto sì o salvacondotto no?
La politica italiana è alle prese con i problemi personali di Silvio Berlusconi, che non vuole abbandonare la scena politica e si è affidato ai suoi luogotenenti per trovare una soluzione al cospetto di Giorgio Napolitano.
È proprio il presidente della Repubblica ad occupare la scena ieri, ancor più del premier Enrico Letta, che ha parlato delle speranze prodotte dai primi cento giorni suo Governo.
Napolitano è stato infatti protagonista di una ricostruzione del Corriere della Sera, che ha raccontato i possibili scenari dell’incontro con Schifani e Brunetta, saliti sul Quirinale per salvare il loro leader.
Il quotidiano aveva prospettato una soluzione istituzionale (con un intervento dal Colle) o parlamentare (con un’amnistia).
Il presidente, riporta l’Ansa, “si augura che non si eserciti su di lui, attraverso interpretazioni infondate e commenti intempestivi, un’intrusione in una fase di esame e riflessione che richiede il massimo di ponderazione e serenità”.
La fonte interna dell’agenzia di stampa ha affermato che “non ci sono allo stato posizioni definite, ma approfondimenti e riflessioni in corso da parte del Capo dello Stato”. Non c’è quindi corrispondenza “a quanto accaduto, al tenore della conversazione di ieri e allo spirito della ricerca in cui è impegnato il presidente”.
Puntuale, è arrivata anche la freccia avvelenata da Beppe Grillo, che ha dedicato al presidente Napolitano un post del suo blog. “Napolitano ci ha provato – scrive l’ideatore del Movimento 5 Stelle -. Lui voleva, vuole, lo status quo, la stabilità politica. Ha creduto che un governo delle larghe intese potesse impedire il crollo del Paese. Invece ha ottenuto l’effetto contrario”.
“Le sue decisioni – prosegue l’ex comico – hanno consegnato il Paese all’immobilità per mesi mentre l’economia franava. I cento giorni di Letta hanno prodotto il nulla sotto vuoto spinto in un momento in cui occorrevano azioni immediate e forti per rilanciare l’economia, proteggere le famiglie disagiate e contrattare la nostra posizione in Europa”.
“Gli chiedo un passo indietro – conclude Grillo -. Ci sono sempre alternative, signor Presidente, e oggi è necessario voltare pagina”.
Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, lo ha subito zittito: “Le dichiarazioni di Beppe Grillo sono le parole inqualificabili di chi, senza neanche avere la responsabilità di sedere personalmente in Parlamento, cerca una visibilità e una centralità politica che non possiede più. Il tentativo di recuperarla attraverso polemiche pericolose contro il Capo dello Stato è inaccettabile”.