Costo dell’acqua in progressivo aumento, in Sicilia una media familiare di 313 euro

CATANIA – In aumento il costo dell’acqua negli ultimi sei anni. Questa è la fotografia scattata dall’indagine annuale realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, che si basa sui dati di tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Si registrano forti aumenti: +33% di media, con tariffe raddoppiate o quasi a Viterbo (+92,7%), Carrara (+93,4%), Benevento (+100).
In altre 35 città, gli incrementi hanno superato il 40%. Aumenti importanti anche nell’ultimo anno: nel 2012 (sul 2011) i costi sono cresciuti su base nazionale in media del 6,9%, con oltre 80 città che hanno visto ritoccate all’insù le tariffe, in 16 casi con aumenti a due cifre.
In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+47,1% rispetto al 2007, +9% rispetto al 2011). Seguono le regioni del Nord (+32,1% rispetto al 2007, +5,2% rispetto al 2011) e il Sud (+23,8% rispetto al 2007, +8,5% rispetto al 2011). Le Regioni centrali si contraddistinguono in media per le più elevate tariffe applicate al servizio idrico integrato. La Toscana, con ben 8 città tra le prime 10 più care, si conferma la Regione con le tariffe mediamente più alte (470€). Elevate differenze esistono anche all’interno delle stesse Regioni. Ad esempio, in Calabria tra Reggio Calabria e Cosenza intercorre una differenza di ben 286€.
Altri esempi di simile portata si riscontrano in Sicilia, Liguria, Veneto, Marche, Toscana, Friuli, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. In Italia, secondo Legambiente-Ecosistema Urbano 2012, in media il 33% dell’acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) va persa, problema particolarmente accentuato al Sud (43%) e al Centro (33%), meglio il Nord che presenta percentuali di perdite al di sotto della media nazionale (26%).
Nel dettaglio, in Sicilia una famiglia spende in un anno 313 euro di bolletta idrica, quanto sostanzialmente nel resto di Italia, ove la media è di 310 euro a famiglia. Ma tra provincia e provincia, la spesa è molto diversa: si passa dai 190 euro di Catania, ai 237 di Ragusa, 241 di Siracusa, 293 euro di Messina, 315 di Palermo, 339 di Trapani, 393 di Agrigento e 394 di Caltanissetta.
Ad Agrigento si registra, per la prima volta, una discesa delle tariffe dal 2007 (-11,7%), mentre a Caltanissetta si registra un +43,8% nello stesso periodo, mentre nel corso dell’ultimo anno (2011-2012); è Messina la città siciliana che fa registrare l’incremento maggiore con un +23,6%.
La Sicilia resta, inoltre, una delle regioni in cui è più elevata la dispersione idrica: si tratta del 42%, rispetto alla media del 33% e dietro soltanto Molise (65%), Basilicata (54%), Abruzzo (48%), Sardegna (45%); con punte di perdita di acqua del 52% a Palermo e del 50% a Siracusa.
“è evidente l’urgenza di omogeneizzare le tariffe sul territorio nazionale, prendendo in considerazione le eventuali specificità territoriali, ma realizzando un quadro unitario in tema di fasce di consumo e costi in bolletta: questo per superare le immotivate differenziazioni di costo che anche quest’anno restano così evidenti per le tasche dei cittadini”, afferma Tina Napoli, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.