Testi scolastici in comodato d’uso. Così si combatte il “caro-libri”

Caltagirone (CT) – Testi scolastici in comodato d’uso contro il caro-libri per le famiglie a basso reddito. è l’iniziativa del Comune di Caltagirone, frutto dell’intesa fra l’assessorato alla Pubblica istruzione e tutti gli istituti comprensivi della città. Quasi triplicato – da poco meno di 500 a 1354 – il numero dei beneficiari dei libri in comodato d’uso dopo l’esperienza dello scorso anno. Come?
Il Comune di Caltagirone, come già avvenuto in via sperimentale nell’anno 2008/2009, utilizza in maniera diversa il contributo ministeriale di 110 mila euro per il diritto allo studio: la somma viene assegnata agli istituti scolastici, anziché alla singola famiglia. Avendo una somma consistente e dunque un potere contrattuale maggiore di una famiglia nell’acquisto dei libri, la scuola spende meno.
In alcuni casi ha fruito di sconti pari persino al 20 per cento, comprando più volumi per lo stesso studente. Dunque la famiglia ha un maggiore risparmio e la scuola può estendere il beneficio a più soggetti. Risultato: i libri vengono consegnati in comodato gratuito agli studenti.
“Si tratta – sottolinea il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro – di un modo tangibile per fronteggiare il caro – libri attraverso un patto virtuoso fra le istituzioni, che tiene in debita considerazione le difficoltà delle famiglie e va concretamente incontro alle loro esigenze, determinando effetti positivi sui bilanci delle stesse famiglie”.
Ma anche le famiglie che non beneficiano del comodato d’uso possono risparmiare. Le scuole di Caltagirone, in accordo con le istituzioni, hanno infatti fronteggiato il caro-libri non modificando i testi utilizzati dagli studenti per almeno un ciclo di studi, come spiega l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Caltagirone, Francesco Alparone: “Un altro degli effetti – rileva l’assessore – è che a Caltagirone, ancora prima delle novità introdotte dalla riforma nazionale, abbiamo messo a punto un meccanismo grazie al quale ciascuna scuola non modifica per almeno un ciclo di studi i libri utilizzati dagli studenti, dando così un beneficio indiretto anche alle famiglie che non rientrano, per via del reddito, fra le beneficiarie”.
“Peraltro – aggiunge l’assessore – le scuole, non avendo modificato i libri di testo, possono rimettere in circolo le somme loro assegnate, accrescendo così il numero dei fruitori oppure incrementando il numero dei libri destinati a ciascuno degli studenti beneficiari”.