Più di 27 mila falsi invalidi in Sicilia

PALERMO – Due milioni circa gli invalidi che nel nostro Paese percepiscono una pensione di invalidità. Importo medio mensile 2008: 449,57 euro.
È questo un settore che ha, da sempre, suscitato sospetti, poiché accanto a coloro che hanno tutti i requisiti per usufruire delle prestazioni, ve ne sono, da sempre, tanti in malafede, sostenuti, tra l’altro, da compiacenti medici addetti ai referti e burocrati avvezzi con “l’autorità che giunge dal timbro” ad assecondare tale malcostume.
Il valore medio del costo delle sole pensioni di invalidità, si è calcolato lo si potrebbe equiparare a quello di una Finanziaria (circa 25 miliardi di euro!), e in mezzo c’è la beffa ai danni dello Stato, pari a circa 8 miliardi l’anno.
Inevitabile, dunque, il monitoraggio iniziato dall’Inps che ha visto, già quest’anno, revocate centinaia di prestazioni erogate indebitamente. A chi? La casistica è ricca di esempi. A “morti viventi”, ad “arzilli” disabili al 100 per cento, a centralinisti-sordi, a ciechi alla guida e a malati immaginari. Sorti dei “falsi disgraziati” sostenute – ad abundantiam – anche dal sussidio di accompagnamento.
Per capire meglio il quadro della situazione può essere un utile supporto la “Relazione generale sulla situazione economica del Paese 2008”, dove leggiamo che  “considerando i trattamenti erogati al 1° gennaio 2008 si evidenzia un numero relativamente maggiore di prestazioni in tutte le regioni del Sud (in particolare Sardegna, Calabria, Campania, e Abruzzo) rispetto alle regioni del Centro-Nord. Tuttavia tra le regioni del Centro, in Umbria si rileva, in rapporto alla popolazione residente, il numero più elevato di prestazioni con 5,48 prestazioni ogni 100 abitanti a fronte di un valore medio nazionale pari a 3,58 e di un valore medio della ripartizione pari a 3,73. Analogamente nelle regioni del Nord, la Liguria presenta un valore pari a 4,10 contro il 2,91 calcolato sulla media delle regioni settentrionali”.
È sempre stato un settore all’attenzione del legislatore, con vizi e virtù. Lo ricorda nella relazione il fatto che nel 1992 venne varata la legge n. 104 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Ma, nonostante i numerosi interventi, la materia necessita ancora di un riordino complessivo, in particolare per quanto riguarda la definizione degli interventi, le modalità di accertamento e di verifica.
Il diritto alle provvidenze per invalidità civile è riconosciuto ai cittadini italiani, o comunitari con residenza in Italia o extracomunitari titolari di carta di soggiorno, in possesso dei requisiti sanitari e giuridico-economici prescritti. In realtà, una regolamentazione del settore esisteva già: difatti, una prima sistemazione della materia si ebbe con la legge 118 del 1971 che unificava in un testo unico l’assistenza agli invalidi civili, a esclusione di ciechi e sordomuti per i quali esisteva già una normativa a tutela della loro minorazione (l. 66/1962 e l. 381/1970).  In seguito con la legge 18 del 1980 venne istituita l’indennità di accompagnamento. Quali sono i requisiti, per ottenere “lecitamente” le prestazioni? Abbiano consultato a tal proposito la guida “I diritti delle persone con disabilità” pubblicata dall’Inps e visionabile anche sul sito ufficiale dell’Istituto. Riportiamo nel box cosa deve fare il lavoratore per richiedere l’assegno di invalidità e quali requisiti deve avere.