No ai casinò, poi si gioca ovunque

PALERMO – C’è una disparità di trattamento, tra le altre, che in Italia dura da oltre ottanta anni. Alla clemenza con cui lo Stato centrale, in deroga, autorizzò l’apertura dei quattro casinò settentrionali, non è corrisposta una eguale bonarietà nei confronti delle ripetute richieste giunte dalla Sicilia. Ad eccezione della esperienza, temporalmente circoscritta di Taormina, l’Isola reclama una casa da gioco degna di questo nome per incrementare il flusso turistico, agevolare tutto l’indotto e combattere sullo stesso terreno la concorrenza di Malta. Sul tema è tornato lo scorso mese il governatore Crocetta, anche se già prima di lui alcuni tentativi, per restare nell’ultimo decennio, erano stati compiuti durante i governi Cuffaro e Lombardo. Oggi però ci sono timide aperture da Roma e anche le giuste condizioni per procedere.