La tristezza invece è un sentimento negativo che fa passare il buonumore. Si tratta di una condizione spirituale di chi è in uno stato d’animo afflitto e addolorato. Diman tristezza e noia recheran l’ore, scrive Giacomo Leopardi che certamente non era un campione di positività.
Tristezza è anche visione che ispira sentimenti dolorosi, ma può anche indicare malvagità e cattiveria.
Cosa possiamo fare per non farci contagiare dalla tristezza ma pensare con una punta di malinconia positiva a eventi che vorremmo riprodurre? è facile a dirlo, ma difficile ad attuarlo. Infatti si tratta di inserire nel nostro cervello un metodo autoaddestrativo che ci consenta di veder chiaro ciò che è positivo e ciò che è negativo, minimizzando il negativo e massimizzando il positivo.
Si può fare, basta provarci e riprovarci, modificando il nostro cattivo umore quando ci assale senza che ce ne accorgiamo e trasformandolo in buon umore.
Malinconia e tristezza, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, agire positivo o negativo: si tratta di scelte che ognuno di noi è chiamato a fare tutti i giorni in modo consapevole. Guai a farsi trascinare in basso senza saperlo. Dobbiamo avere cognizione che la forza di gravità, che ci tiene ancorati alla terra, ha una sua dependance nella forza di gravità psicologica che ci attira verso il basso.
Saputo questo ne dovrebbe conseguire che dobbiamo vivere tentando di andare continuamente verso l’alto, senza mai lasciarsi ghermire dalla forza che ci tira giù. Bisogna vivere intensamente e pienamente, utilizzando ogni minuto ed ogni ora della nostra vita.
Nel corso della stessa, però, ci possono capitare gravi malattie. In questo caso ancor più saremmo attratti verso il basso, verso lo sconforto, verso la tristezza. Ma ancor più dobbiamo reagire affrontando nel miglior modo possibile questa eventualità e sapendo che, in estrema situazione, il nostro spirito abbandonerà il corpo, ma sarà sempre insieme al resto dell’energia con gli esseri viventi.