Eraclito, filosofo presofista, sosteneva che nessuno può bagnarsi due volte nello stesso fiume, perché questo scorre di continuo. Quanto precede può essere di grande aiuto al procrastinatore incallito che non si sente in colpa, se continua a rimandare le cose che deve fare.
Sosteneva Oscar Wilde (1854-1900) l’uomo è un animale razionale che perde continuamente le staffe, se deve agire secondo ragione.
Ci sembra di vedere tanti dipendenti regionali che vanno a lavoro senza entusiasmo perché non sono stati coinvolti in un progetto di funzionamento e quindi non si sentono parte importante di una squadra. Ecco che cosa dovrebbero fare i dirigenti: tenere insieme la propria truppa, spiegare loro quali obiettivi perseguire, motivarli e condurli verso la realizzazione degli stessi obiettivi.
Invece, questo non accade, con la conseguenza che tutto va (o meglio non va), indipendentemente da quanto si dovrebbe fare. è proprio questa la ragione del continuo arretramento della Sicilia nella classifica della Commissione Ue sulla competitività delle regioni europee.
Il progetto che ribalti l’attuale situazione cadaverica economico-sociale è stato da noi scritto così tante volte che ci viene persino la nausea a doverlo ripetere. Deve partire da un principio: i siciliani raccomandati e privilegiati devono entrare nell’ordine di idee che occorre rinunziare in tutto o in parte ai loro privilegi, rendendosi conto che hanno danneggiato la maggioranza dei siciliani cui è venuta a mancare l’opportunità di competere ad armi pari con i raccomandati.
Crocetta dovrebbe dare l’esempio dimezzando il suo emolumento da 311 mila a 150 mila euro lordi l’anno; proporre una legge che dimezzi il compenso dei deputati e quello dei dirigenti generali da 200 mila a 100 mila euro, che tagli gli stipendi dei dipendenti regionali di un terzo, per equipararli a quelli dei dipendenti statali e comunali.
La stessa legge dovrebbe introdurre un prelievo sociale a carico dei sedicimila pensionati regionali che percepiscono almeno un terzo in più dei pensionati statali e comunali. E poi tagliare la spesa regionale improduttiva per 3,6 miliardi da destinare ad opere pubbliche e investimenti. Ma anche stavolta Crocetta farà finta di non sentire.