Lo show della Costa Concordia che si sgancia dai fondali

ISOLA DEL GIGLIO (GR) – Le operazioni di rotazione della Costa Concordia hanno dato i primi frutti. Già alle 18 di ieri la mastodontica nave da crocieta, che prima era adagiata sulla fiancata, dopo essersi staccata dalle rocce in cui era incagliata, poggiava sul ginocchio, che in termine marinaresco indica lo spigolo della chiglia.
 
“È accaduto con un movimento dolce e senza alcuno strappo”, ha spiegato il responsabile del progetto di parbuckling della Costa Concordia per Micoperi, Sergio Girotto. Dopo i primi gradi di rotazione era già ben visibile e ampia la parte che si era risollevata dall’acqua per un  paio di metri. Lo scafo, finora schiacciato dal suo peso per un metro e mezzo, ha infatti recuperato parte della forma originaria. Di fatto si è riaperto come un soffietto.
Le sei piattaforme su cui poggerà la Costa Concordia una volta rimessa in verticale sono sorrette da 21 pali dal diametro di oltre un metro e mezzo e conficcati nella roccia granitica del fondale mediamente per nove metri. Le opere subacquee sono stati le prime, invisibili da fuori. “Per questo – ha spiegato l’ingegner Sergio Girotto – sembrava che il cantiere non facesse alcun passo in avanti”. Proprio la perforazione del fondale di granito è stata una delle fasi che ha creato le difficoltà più inattese, provocando qualche ritardo.
Ventidue mezzi navali ed otto chiatte sono stati coinvolti in questi mesi nelle operazioni per rimettere in asse la Costa Concordia. Tra i più grandi, il Micoperi 30 è lungo quanto la Cattedrale di Notre Dame a Parigi, 122 metri, e il Lone (160,5 metri) quanto l’asse più piccolo dell’area del Colosseo.
Al cantiere lavorano più di 500 persone. Un amalgama di 26 nazionalità diverse, come precisa il sito d’informazione della Regione Toscana: 120 subacquei che hanno effettuato più di 15mila ore di immersione, 70 addetti ai lavori di saldatura e carpenteria, 60 tecnici e piloti dei mezzi comandati a distanza con cui sono state filmate oltre 28mila ore di riprese subacquee, 60 esperti di ‘salvage’, 50 ingegneri, 140 membri d’equipaggio a bordo dei mezzi navali e 10 biologi.
Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha evidenziato che c’è “una significativa deformazione della fiancata”. “Noi abbiamo sempre immaginato, e lo hanno indicato i tecnici, che la nave è costruita per stare in asse e se si appoggia per un anno su una fiancata, la fiancata si deforma – ha spiegato – peraltro la superficie aveva delle asperità”.
Per far ruotare la Costa Concordia sono utilizzate 56 catene, che passano sotto lo scavo e sono fissate al fianco sinistro del relitto. Ciascuna catena misura 58 metri e pesa 26 tonnellate: un solo anello 205 chili. Ventidue fanno perno sulle undici torri ancorate stabilmente al fondo marino e saranno tese grazie a martinetti idraulici. Trentasei martinetti si trovano anche su nove degli undici cassoni montati sul lato sinistro.