Rispondendo alle affermazione del presidente della Regione Nello Musumeci che aveva definito "criminali" i funzionari della Regione, accusandoli di "bloccare tutto mentre la gente ha fame", la Fp Cgil Sicilia in una nota afferma: "I veri criminali sono stati i politici, i quali, con i loro provvedimenti e con la carenza di risorse, hanno destrutturato la macchina amministrativa Regionale".
"Musumeci – affermano nella nota il segretario generale, Gaetano Agliozzo, e la segretaria regionale, Clara Crocè – per giustificare l’operazione clientelare delle stage mascherate da immissione di nuovo precariato, adesso scarica la responsabilità sul personale. Non spende invece una parola sui reali motivi per i quali non si riesce a dare risposte ai bisogni dei cittadini".
"Da anni – prosegue la nota – la Fp Cgil Sicilia denuncia inefficienza e sprechi, con una riorganizzazione fatta a suon di provvedimenti, ma senza mai alcun preventivo e opportuno confronto con le organizzazioni sindacali e i lavoratori".
Provvedimenti e politiche restrittive che per il sindacato "hanno svilito il ruolo del dipendente pubblico, riducendo i servizi ai cittadini, e offrendo così spazi di agibilità alla politica attraverso la creazione di un sistema parallelo clientelare che ha gestito e che gestisce la pubblica amministrazione siciliana".
Per il sindacato "rispetto a queste scelte, scellerate, le condizioni di lavoro dei dipendenti, in questi anni, sono notevolmente peggiorate: la cronica assenza di risorse per il funzionamento dell’attività ordinaria degli uffici (informatizzazione e materiali di prima necessità), per la formazione, per la sicurezza e l’igiene ha senza dubbio contribuito a rendere sempre meno di qualità i servizi".
"Se qualche isolato funzionario si permette di lasciare la pratica sul tavolo – osservano ancora Agliozzo e Crocè – ci chiediamo allora dove sia il dirigente che ha tutti gli strumenti contrattuali per sanzionare l’eventuale nullafacente, il cui comportamento svilisce e mortifica il lavoro di migliaia di dipendenti. Ma non si può sparare nel mucchio".
"Il Presidente – continuano Agliozzo e Crocè – porga le scuse ai 5.000 dipendenti, A e B, che per anni, a fronte dello stesso trattamento economico, svolgono mansioni superiori assumendosi le responsabilità pur di mandare avanti la macchina amministrativa".
"E ancora, il presidente deve chiedere scusa ai 600 precari, che attendono la stabilizzazione – sottolinea il sindacato – ma anche a coloro che lavorano in assenza di profili professionali, senza alcuna valorizzazione, senza formazione e mettendo addirittura le mani nelle proprie tasche per comprare toner, carta per fotocopiare e molto spesso costretti a rimboccare le maniche per pulire anche gli uffici".
"Musumeci piuttosto che portare avanti politiche demagogiche, come i predecessori, apra il confronto con le organizzazioni sindacali per la riorganizzazione della macchina amministrativa e per un piano straordinario a favore dell’occupazione, seguendo il modello messo in campo in Campania e in Puglia", concludono Agliozzo e Crocè.