Aree a rischio ambientale, Giunta regionale approva il piano per gli interventi sanitari

PALERMO – È stato approvato dalla giunta regionale il piano straordinario di interventi sanitari nelle aree a rischio ambientale della Sicilia che interessano i territori afferenti alle aziende di Caltanissetta (area di Gela), Messina (area di Milazzo), Siracusa (area Augusta-Priolo).
 
"Il programma, che vede interventi sanitari integrati in attuazione della legge 5/2009 di riforma del sistema sanitario – spiega l’assessore alla Salute Lucia Borsellino – ha valenza pluriennale e si articola in complessive dieci linee di intervento che comprendono specifiche attività di sorveglianza e valutazione epidemiologica, di monitoraggio, interventi di prevenzione primaria e secondaria, sorveglianza sanitaria per ex esposti all’amianto, miglioramento della qualità dell’offerta diagnostico-assistenziale (esempio consulenza genetica), attività di comunicazione, sensibilizzazione della popolazione e coinvolgimento dei medici di medicina generale e sorveglianza della catena alimentare (ivi compresi i controlli sulle acque destinate al consumo umano e sugli allevamenti)".
 
La stima dei costi dei suddetti interventi, effettuata d’intesa con le aziende interessate trova relativa copertura finanziaria in quota parte del fondo sanitario e ammonta complessivamente a circa 3 milioni di euro per il periodo 2013-2014, distribuiti nella misura di un terzo a valere sull’esercizio 2013 e la restante quota a valere sull’esercizio 2014. è previsto altresì il monitoraggio e la valutazione periodici dello stato di avanzamento e di raggiungimento degli obiettivi a cura delle direzioni aziendali.
Il lavoro è stato definito dal Tavolo Tecnico interistituzionale insediatosi il 7 giugno 2013 su mandato della Giunta, costituito dai commissari straordinari delle tre Aziende interessate, dai responsabili dei Servizi competenti dell’assessorato regionale, nonché da esperti del ministero della Salute, del ministero dell’Ambiente, dell’Istituto Superiore di Sanità, da un esperto di Epidemiologia Ambientale del dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, dai referenti dell’Arpa e dell’assessorato Territorio ed Ambiente.