Messina – Un milione di euro per salvare i resti di Ritiro

MESSINA – Un’area archeologica che potrebbe sancire il riscatto di un quartiere degradato oltre che di un’intera città, incrementando turismo e occupazione. Il sito di Ritiro con i resti del complesso monastico di Santa Maria del Gesù Superiore e delle successive chiese che attraversano 8 secoli di storia all’ombra di Antonello da Messina continua a non essere appetibile agli interesse delle istituzioni. Invece erbacce e rifiuti sono i veri padroni, mentre i vandali hanno danneggiato e rubato quanto era possibile.
 
Un gruppo di volontari che ruota attorno alla cooperativa Trapper e all’ex presidente del Consiglio comunale Pippo Previti si stanno prodigando per dare dignità a quest’area, intanto periodicamente pulendola dai rovi e dalla spazzatura e poi predisponendo un progetto di salvaguardia e fruizione dell’intero sito archeologico. Gli interventi previsti non prevedono grandi sconvolgimenti ma mirano alla conservazione dei luoghi destinandoli all’esposizione e diffusione delle espressioni artistico culturali di Antonello da Messina, anche attraverso l’allestimento di una sala multimediale. Subito dopo si dovrà pensare alla copertura ma fondamentale è riprendere gli scavi.
 
Nell’immediato bisogna pensare alla messa in sicurezza eliminando l’attuale recinzione ed erigendo un muro perimetrale di tre metri con un unico ingresso. Le pareti che delimitano l’entrata saranno arricchite da teche con informazioni sul sito e serigrafie di Antonello. Previste all’interno strutture leggere per servizi, spazi espositivi e organizzazione di eventi. Per questi interventi, che saranno realizzati insieme alla Soprintendenza che ha dato sul ok al progetto, è necessario reperire un milione di Euro e per questo è stato lanciato un appello a Enti pubblici e privati e semplici cittadini per dare un contributo. Dopo questo primo step dovrebbe seguire un secondo progetto di copertura.
 

L’ipotesi che la chiesa abbia custodito la tomba del pittore Antonello da Messina

MESSINA – Sulla sepoltura del grande pittore messinese a Santa Maria del Gesù, secondo Pippo Previti c’è un dibattito aperto tra gli storici, perché Giorgio Vasari aveva affermato che Antonello era stato sepolto a Venezia, ma altri come Gaetano La Corte Calier, dopo la scoperta del testamento (1903), sulla base delle disposizioni in esso contenute, ipotizzano che la chiesa custodisse anche la tomba del pittore, morto nel 1479. Il convento con il suo cenobio emerse fortuitamente nel 1989 durante i lavori d’ampliamento del Viale Giostra . A quel punto la Sezione per i beni archeologici ha avviato una campagna di scavi che ha portato alla luce la chiesa ad unica navata con retrostante cripta e parte dell’attiguo chiostro con al centro un pozzo. Dopo quell’intervento però su quel sito cominciò a cadere l’oblio. Nel 2006 c’erano 40 mila euro che la Soprintendenza poteva spendere per la messa in sicurezza, ma si persero come i 120 mila euro che la Regione doveva destinare per l’area. Eppure in qualsiasi altro posto del mondo, il solo dubbio della presenza della tomba di Antonello tra quei ruderi, avrebbe fatto raccontare un’altra storia.