Sicilia in crisi anche sulla raccolta carta

ROMA – Il meridione continua a inabissarsi nei dati che riguardano la raccolta di carta e cartone in Italia. A contribuire al pessimo risultato della macroarea è soprattutto la Sicilia, che riesce ad affossare persino i buoni risultati di alcuni centri che ormai si avvicinano alla media nazionale. Lo rivelano gli ultimi dati di Comieco, il Consorzio nazionale per il recupero di carta e cartone.
L’Italia è segata in tre, ma questa divisione non è sufficiente a raccontare un meridione complesso. Il nord che registra un recupero di 60 kg a testa, il centro arriva a quasi 59 kg, mentre il sud si attesta a meno della metà con 26 kg pro-capite. Dati che sono stati snocciolati durante la presentazione del report “Sviluppo della raccolta differenziata di carta e cartone nel sud Italia” che ha coinvolto sei grandi città ed è stato realizzato da Comieco in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile. I centri presi in esame – Napoli, Salerno, Cosenza, Reggio Calabria, Palermo e Trapani – raccontano realtà assai variegate.
Si comincia proprio dalla Campania, la regione dell’emergenza rifiuti, dove a Napoli è triplicata la raccolta di carta e cartone, pari al 29% dei rifiuti differenziati, e a Salerno la percentuale della carta intercettata dalla raccolta differenziata è la quantità più alta tra le sei città, il 60% e potrebbe aumentare di un altro 9%. A Reggio Calabria la carta intercettata dalla differenziata è pari a un quinto di quella potenziale, mentre Cosenza ha la percentuale più alta di carta raccolta sul totale di rifiuti differenziati con il 35%, cioè 20 kg all’anno a persona. In Sicilia si registra, ancora una volta, la cronaca di un tracollo: la raccolta di carta e cartone a Palermo rappresenta il 18% del totale della raccolta differenziata (meno 6% rispetto al 2005) e si intercetta meno di un decimo della carta. Qualche speranza a Trapani: il 2005 e il 2012 è raddoppiata la quantità di carta e cartone raccolti con una percentuale del 33%.
Un sistema che non funziona si declina inevitabilmente in ogni aspetto della macchina che dovrebbe tenerlo in piedi. Proprio nelle città dove il servizio è migliore ci sono anche i migliori risultati in termini di riscossione e di sostenibilità finanziaria. A Salerno, che è la città più virtuosa nella raccolta differenziata, c’è anche il “minor tasso di sofferenza per il pagamento della Tarsu”, pari al 60%, caratterizzate da evasione della tariffa o rinvio dei pagamenti. Al contrario, all’ultimo posto della classifica per tutti gli indicatori presi in esame c’è Palermo, che a fronte del 12% di differenziata vanta il tasso più “alto di sofferenza nella riscossione della Tarsu”, pari all’86%. Insieme con Trapani ha poi la produzione più alta di rifiuti, pari a 472 kg per abitante all’anno.
Da Roma giunge un appello a non abbandonare i sindaci delle città in difficoltà. Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, ha spiegato che “esistono grandi diversità non solo tra le varie aree del Paese, ma anche all’interno dello stesso meridione, dove si passa dal 68% di raccolta differenziata di Salerno al 12% di Palermo, e l’urgenza di sostenere le amministrazioni in difficoltà sul fronte della corretta gestione dei rifiuti”. Bisogna rilanciare la differenziata perché si tratta, spiega, di “un’economia che guarda al futuro ed è competitiva proprio perché scommette su ambiente e qualità e che va sostenuta. Va in questa direzione, ad esempio, la meritoria attivazione dello sportello Ancitel per i comuni in ritardo sulla differenziata”.