Non avere seguito questa strada semplice e di buon senso significa che la sinistra-sinistra Pd teme fortemente un giudizio negativo sull’applicabilità della norma da parte della Corte Costituzionale, con ciò vedendo sfumare la possibilità di eliminare per via giudiziaria l’odiato nemico.
Più una questione viscerale, che razionale. Mentre il buonsenso non può essere viscerale, ma deve guidare i vertici di un partito su una via illuminata di equità che non lasci al caso nessun ragionevole dubbio.
Se è vero che il governo Letta ha bisogno di stabilità, è anche vero che ha bisogno di un minimo di omogeneità all’interno della strana alleanza. Diversamente non è in condizioni di fare quelle riforme indispensabili, più volte enumerate su queste colonne, per cui esiste.
Fino a quando dietro ad ogni iniziativa legislativa, sia essa un ddl che un decreto legge o un decreto legislativo, esiste la questione Berlusconi, la compagine governativa sarà sempre sottoposta a moti sussultori ed ondulatori, con la conseguenza che non può fare altro che tirare a campare.
Frutto di questo stato di fatto è il ddl recante la legge di stabilità 2014: un calderone di iniziative senza bussola e, soprattutto, senza riforme.
Legge Severino alla Corte Costituzionale: non sembra che questa ipotesi prenda piede. Al riguardo, Mario Monti, ex premier ed ex presidente di Sc, non si è espresso, ma anche in questo caso sembra di capire che sarebbe d’accordo con essa.
Monti, dissociandosi dal partito da lui fondato, ha dato prova di grande energia e rettitudine, quando ha capito che Casini e Mauro, con altri seguaci interessati, volevano ricostituire un centro che facesse riferimento al Ppe.
Monti, invece, voleva che Sc facesse riferimento al gruppo europeo dei Liberaldemocratici. In ogni caso i suoi energici interventi sulla stampa e negli spazi televisivi hanno dato una scossa alla situazione politica, purtroppo dominata dalla retroquestione di Berlusconi.
Dispiace che stampa e televisione si ostinino a illustrare pettegolezzi e retroscena anzichè sensibilizzare l’opinione pubblica affinché faccia pressione su governo e maggioranza per fare riforme, riforme, riforme: tagliare gli apparati e non la spesa sociale.