Se ci pensate bene, è l’errore che porta al miglioramento della vita. È l’errore che porta alle scoperte. è l’errore che fa arrivare alle conquiste di ogni genere e tipo.
Non si è mai visto nessuno che lavora, che fa attività sociale, che assiste gli altri o produce ricchezza e non commette errori. Ognuno si deve augurare di commetterne pochi, sempre frutto di ponderazione, per cui ha il diritto di essere valutato in perfetta buona fede.
Si sa, chi non fa non sbaglia, ed è dietro questo motto che si nascondono i dirigenti pubblici quando dicono per principio NO alle richieste dei cittadini. Così, pensano, non assumono responsabilità. Oppure si aspettano la telefonata che chieda il favore o, peggio, che offra la bustarella.
Per fronteggiare questa situazione non c’è che togliere il velo che nasconde i comportamenti dei servitori dello Stato, in modo che i loro ambienti siano trasparenti, con le pareti di vetro, e che tutti i cittadini possano guardarvi dentro senza alcun impedimento.
Errore scusabile o non scusabile? Questo è il problema. Ma è solo apparente, perché solo chi ragiona ha la facoltà di essere scusato. Chi si comporta in modo superficiale non ha alcun diritto.
L’errore è dunque una scoperta e una conquista. è la spinta per nuove conquiste se non fa abbassare la tensione. In altre parole, nessuno si deve abbattere quando sbaglia, ma trarre lo stimolo per provare, riprovare e riprovare.
Il fallimento di un’azione deve essere stimolo per riprovare. Chi si affloscia, chi chiede comprensione per la propria debolezza si crocifigge da solo, perché spiega agli altri la sua incapacità di superare gli ostacoli, di trovare soluzioni ai problemi, di porsi obiettivi e di compiere ogni atto per raggiungerli.
Occore essere positivi e propositivi, avere coraggio per affrontare i pericoli, il che non vuol dire essere incoscienti. Tutto va calibrato, soppesando sempre il rapporto fra costi e benefici.
Si deve essere altruisti, quando si compie un’azione di solidarietà, si viene incontro alle persone più deboli e si offre il nostro aiuto, non solo finanziario.
Quello che scriviamo sono semplici indicazioni, non costituiscono un codice e, meno che mai, una sorta di insegnamento. Ognuno è libero di pensarla come crede e, proprio ai nostri lettori, liberi per antonomasia, offriamo soltanto qualche spunto.