Siracusa – Sequestrati dai Carabinieri oltre mille chili di marijuana ad Augusta

AUGUSTA (SR) – Un’operazione dei carabinieri della compagnia di Augusta ha portato al recupero di 1.650 chili di marijuana. L’operazione è avvenuta nei pressi della “Baia del Silenzio”, lungo il litorale nord di Augusta. I carabinieri, che erano impegnati in servizi di perlustrazione nella zona, hanno avvistato un gruppo di uomini che in quel momento stava depositando sulla riva i grossi involucri.
 
Ma il fatto che vi fosse una unica e impervia via di accesso alla caletta ha impedito ai militari dell’Arma di riuscire a sorprendere i trafficanti che, alla vista dei carabinieri, hanno immediatamente riavviato i motori del potente motoscafo con il quale erano giunti riguadagnando il largo. A terra sono rimasti i 65 involucri con i 1.650 chili di marijuana e anche taniche di benzina, per un totale di circa 500 litri, che gli scafisti con ogni probabilità avrebbero utilizzato per il rientro.
Nell’ambito del lavoro svolto dalle forze dell’ordine, rientra anche la doppia operazione della Guardia di Finanza ad Augusta, contro il lavoro nero e l’evasione fiscale. Nel primo caso, i finanzieri hanno scoperto una “triangolazione” tra Carlentini, dove operava una società inattiva che avrebbe cumulato debiti su debiti nei confronti dell’Erario e degli Enti di previdenza e assistenza relativi al personale ingaggiato, e Augusta dove lo stesso personale veniva irregolarmente distaccato e abusivamente utilizzato da un’altra azienda.
 
L’evasione ammonterebbe a 650 mila euro tra ritenute fiscali e contributi previdenziali, anche ricorrendo all’emissione e all’utilizzo di fatturazioni per operazioni inesistenti. I finanzieri, inoltre, hanno rilevato una differenza tra il numero di ore pagate in busta paga ai dipendenti e l’effettiva prestazione resa di circa 200 mila euro. La Gdf ha rilevato 85 lavoratori “in nero”, oltre 5 milioni l’evasione tra imposte e Iva accertata. Nel secondo caso le Fiamme gialle hanno portato alla luce un’evasione fiscale da 12 milioni di euro.
 
I responsabili della società sono stati segnalati alla magistratura per truffa aggravata. I soci avrebbero falsamente rappresentato all’Inps una situazione di crisi per accedere alla cassa integrazione per 49 lavoratori che, invece, andavano regolarmente al lavoro.