Continuo scandalo del 118 siciliano

PALERMO  – Il 118 della Regione Lombardia “batte” in efficienza  quello analogo della Regione Siciliana, in riferimento ai servizi erogati, al contenimento dei costi complessivi e del personale, a fronte di un numero d’interventi sul campo che è il doppio (691.434 per la Lombardia, 304.292 per l’Isola ).
Il 118 siciliano è da tempo nell’occhio del ciclone. Prima l’attenzione della Corte dei Conti, poi quello della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars. Questa ha sentito in audizione Luigi Castellucci ex dirigente generale del dipartimento regionale per l’Assistenza sanitaria, poco prima che andasse in pensione, nel novembre 2008, e questi ha riconosciuto che il servizio d’emergenza siciliano presentava una pianta organica che includeva troppi soggetti.
La recente riforma sanitaria “targata” Russo pubblicata nella Gurs del 14 aprile 2009 ha puntato al rinnovamento complessivo del servizio. In particolare, l’art. 12 interviene direttamente sulla questione “calda” del personale 118. Si legge in uno stralcio dell’articolo: “nel triennio successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, per l’espletamento delle funzioni afferenti al servizio di emergenza-urgenza 118 per l’intero territorio regionale è fatto divieto di procedere all’impiego di personale in numero superiore a quello utilizzato dall’attuale gestore del servizio alla predetta data”. Dunque, anche la Regione ha preso coscienza del problema, affrontandolo nella recente riforma sanitaria.
 Ma perché mai la Lombardia rappresenta un modello? Analizzando le fonti, provenienti dai gestori del servizio, la Sise Spa perla Sicilia e l’Areu (Azienda regionale emergenza e urgenza) per la Lombardia, emerge la problematicità gestionale del servizio isolano nella pluralità delle voci prese in rassegna. Innanzitutto il costo complessivo del servizio: 184 mln di euro il servizio siciliano del 118, a fronte dei 171 mln di euro di quello lombardo per l’anno 2008. Come se questo dato non fosse già rappresentativo, il 118 siciliano presenta un personale complessivo pari a 3.200 unità, per contro, il servizio erogato dell’Areu lombardo presenta una pianta organica di circa la metà: 1.387 unità di personale. Ne segue che il costo del personale pesa maggiormente: per il 118 siciliano è di 82 mln di euro, quello del servizio lombardo è di 9 mln di euro più leggero. Le anomalie non finiscono qui.
Tutti questi dati assumono se è possibile maggiore rilievo, se si considera la consistenza numerica dei corrispettivi bacini d’utenza. La popolazione siciliana è di 5.037.799, quella lombarda è quasi il doppio 9.742.676.
“Il vento del cambiamento” non è tardato ad arrivare nell’ente gestore del servizio 118, la Sisa Spa. E’ giunta notizia martedì 8 settembre, di rilevanti cambiamenti negli assetti dei vertici aziendali. In primis, la riduzione dei componenti del Consiglio d’Amministrazione passato da cinque a tre membri. Cambio al “comando” anche alla presidenza (a Guglielmo Stagno d’Alcontres succede Alessandro Ridolfi) e alla direzione (Marco Romano prende posto di Giuseppe Giordano). Il rinnovo dei vertici è stato deciso dalla stessa Croce Rossa durante l’assemblea dei soci che si è tenuta a Roma. E’ stato il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, a disporre la riduzione dei membri del Cda e l’avvicendamento delle cariche dirigenziali. Soddisfazione per la nomina dei nuovi vertici della Sise è giunta da Massimo Russo, assessore alla Sanità della Regione.
Questi ha indicato “il proprio compiacimento per il valore delle nomine” sottolineando che questo cambiamento rientra nella “volontà di rilanciare il servizio di emergenza urgenza della Sicilia”. L’auspicio di Russo, dati alla mano, appare condivisibile.