Va da sé che dove sono funzionanti codesti impianti industriali che, ricordiamo, non sono né termovalorizzatori né inceneritori, le discariche sono state abolite da un pezzo e con esse tutti i problemi connessi.
In Svizzera, dove l’abolizione è avvenuta nel 2000, le discariche sono state trasformate in parchi e verde pubblico per il libero uso da parte dei cittadini.
Anche nell’immondizia, l’Italia è divisa in due: nel Nord niente discariche e recupero di energia; nel Centro-Sud niente energia e discariche stracolme che invadono territori comunali e danneggiano fortemente la salute dei cittadini.
Come non si capisca che anche nelle nostre terre occorra insediare con urgenza impianti industriali Rsu prima richiamati, è un mistero. Ovvero, si capisce intuendo i loschi affari di criminalità organizzata in connessione con cattivi politici, cattivi burocrati e cattivi imprenditori.
La malapianta non si riesce ad estirpare anche per l’opera di quegli utili idioti che sono i falsi ambientalisti, che non si documentano e danno fiato alla bocca.
Sentiamo molti sindaci affannati nel comunicare che hanno iniziato il processo di raccolta differenziata. Esso è estremamente difficile da realizzare, perché educare cinque milioni di cittadini ad usare sacchi diversi e a depositarli in bidoni diversi è lungo e faticoso.
Poi occorrerebbe che le nuove Srr (Società di regolamentazione del servizio per la gestione dei rifiuti), composte dai sindaci, dovrebbero essere attrezzate per avere compattatori per le materie prime differenziate. E, infine, che gli Rsu così raccolti dovrebbero essere depositati in spazi delimitati di ogni discarica.
L’impianto industriale che abbiamo appena descritto non ha bisogno, invece, di tutto ciò. Perché la propria filiera prevede sia la separazione delle materie prime, che il loro utilizzo come carburante. La questione è talmente cristallina che non si capisce come l’opinione pubblica non insorga, guidata da una classe dirigente che ha proprio la funzione sociale di mettersi alla testa di proteste e proposte da fare alle Istituzioni regionali.
E quando esse fanno finta di non sentire, utilizzare stampa e televisioni come arieti da dare in testa ai sordi.