In Sicilia prestiti ancora in calo: prosegue trend negativo -1,1%

PALERMO – La crisi dell’economia in Sicilia viene evidenziata non soltanto dagli indicatori relativi a quelli dell’economia reale, ma viene anzi sottolineata da quanto si rileva in materia di credito. È quanto si evince dalla lettura dei dati diffusi nel documento “L’Economia in Sicilia”, aggiornamento congiunturale a cura della Banca d’Italia. A testimonianza di ciò, basti citare la contrazione dei prestiti bancari, la cui riduzione rilevata si attesta sul -1,1 per cento sino a giugno 2013 (proseguendo in negativo la tendenza dell’anno passato che si è fermato al -0,8).
Una diminuzione che tocca sia i finanziamenti richiesti dalle imprese (-2,7 per cento) che quelli dalle famiglie (-1,3). Il calo della richiesta in particolare ha colpito molto di più le piccole imprese (-3,8 per cento) che le medio grandi (-2,7), numero che sale ancora di più se facciamo riferimento alle imprese individuali o familiari (-4,0).
 
La mancanza di liquidità delle pubbliche amministrazioni ha però di fatto innalzato la richiesta di credito di quest’ultime, le quali hanno registrato un aumento dell’indebitamento bancario sino al 6,8 per cento, mentre, al contempo, l’assenza di rassicurazioni sul fronte della liquidità delle imprese ha fatto innalzare il livello del rischio dei crediti e degli anticipi diminuiti, sino a giugno 2013, di ben il 18,1 per cento.
Ad una contrazione significativa dei prestiti corrisponde un aumento dei depositi bancari, sintomo di una spiccata propensione alla “cautela” da parte di imprese e famiglie che spinte dalla crisi e dal clima di profonda incertezza, tendono a comportarsi da formiche ed individuano nell’investimento non un valore aggiunto ma un rischio.
“A giugno – si legge nel bollettino statistico – , la raccolta bancaria presso la clientela al dettaglio (famiglie e imprese) residente in regione è cresciuta su base annua del 2,6 per cento, in rallentamento rispetto alla fine dell’anno precedente (4,2 per cento).L’aumento dei depositi è stato del 4,0 per cento (3,6 a dicembre) e ha riguardato sia le famiglie consumatrici sia, dopo un biennio di variazioni negative, le imprese”.
In costante decrescita anche le aperture di credito in conto corrente (-5,7 per cento) e le richieste di mutuo (-6,6). Fra i settori delle imprese, la diminuzione più importante nella richiesta di crediti viene registrato nel terziario (-3,5 per cento), seguito dal manifatturiero (-3,0) e dall’edilizia (-2,8). A incidere in maniera importante sul calo di richieste di mutui e crediti sono comunque le condizioni di offerta delle banche che, stando a quanto rilevato dalla Banca d’Italia, continuano a rimanere piuttosto tese, in osservanza con il momento congiunturale connesso alla crisi economica che sta attraversando l’Europa, e dove la Sicilia rimane una delle aree più depresse.
 
Il sondaggio effettuato dall’Istituto nazionale ha messo in luce come circa il 40 per cento dei soggetti intervistati (in rappresentanza dei settori delle industrie e dei servizi) abbia rilevato un notevole peggioramento delle condizioni di indebitamento del primo semestre dell’anno in corso. Particolarmente importante in tal senso sono i rincari denotati dagli intervistati riguardo i costi accessori dei finanziamenti, migliorato solo secondo il 10 per cento delle imprese. Tutto questo naturalmente non può non riflettersi sulla qualità dei singoli crediti, in costante deterioramento.
Le nuove sofferenze sono infatti aumentate, nel totale rilevato a giugno 2013, del 3,5 per cento, con una punta massima del 7,1 per cento toccata dal settore delle costruzioni, seguito dal manifatturiero (+6,0) e dal terziario (+4,9). Non va molto meglio alle piccole imprese (+5,6 per cento) e alla famiglie (+2). Fra i crediti scaduti, incagliati o ristrutturati sui crediti totali spicca il dato relativo al terziario, in aumento del 14,1 per cento a giugno dell’anno in corso, un numero avvicinato dall’edilizia (+13,4) e dal manifatturiero (+11,1) per un media totale in aumento del 9,7 per cento, comprendente i rialzi in materia relativi alle piccole imprese (+10,4) e alle famiglie (+5,7).
 
Le sofferenze sui crediti totali sono quasi raddoppiate per il settore delle costruzioni (+44,1 per cento), una percentuale che surclassa la media totale (+23,0) e che è avvicinata soltanto da quella del manifatturiero (+32,5). Per quel che riguarda i crediti deteriorati sui crediti totali infine, la media rilevata dalla Centrale dei rischi della Banca d’Italia segnala, a giugno 2013, un aumento percentuale stimato al 32,7 per cento, dove anche qui va segnalata la costante sofferenza del settore edile che fa registrare un aumento del 57,5 per cento, a fronte di un +43,3 del manifatturiero, del 37,6 del terziario, del 47,2 delle piccole imprese e del 21,2 delle famiglie.