Giovanni Ardizzone: “Applicare i tagli da gennaio”

PALERMO – Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha convocato giovedì sera una riunione nel suo ufficio, a Palazzo dei Normanni, con un gruppo di parlamentari di maggioranza e opposizione per affrontare la questione della spending review. La discussione ha avuto toni accesi e alcuni parlamentari avrebbero pure abbandonato la riunione.
Ardizzone ha ribadito quello che ripete ormai da settimane: il decreto Monti va applicato dal primo gennaio del 2014. Ma a Palazzo una norma c’è già, è quella esitata dalla commissione speciale, sciolta a compimento del mandato, che è stata presieduta da Riccardo Savona, dopo le dimissioni di Antonello Cracolici.
In quel testo non si fa alcun cenno al decreto Monti e i tagli ai costi della politica sono orizzontali, pari al 20% sia per gli onorevoli sia per la burocrazia. Ciò vale anche per le indennità dei deputati. E qui sta il nodo. Il decreto Monti fissa un tetto pari a 11.200 euro lordi al mese, mentre la norma della commissione speciale riduce l’attuale indennità di circa 20 mila euro lordi solo del venti per cento. Non solo. Il ddl di fatto mantiene l’allineamento dell’Assemblea con i parametri del Senato, grazie alla legge regionale n. 44 del 1965.
Altre Regioni, con qualche eccezione, hanno già adottato il decreto Monti, apprezzato anche in Conferenza Stato-Regione. In soccorso dei sostenitori dell’autonomia dell’Assemblea è arrivata una sentenza della Consulta (263 del 6 novembre 2013) che ha accolto le tesi della Provincia autonoma di Bolzano, secondo cui lo Stato detta il principio generale di contenimento dei costi mentre spetta al legislatore locale stabilire le modalità. Anche la Sardegna ha investito della questione la Corte Costituzionale e il caso Bolzano potrebbe rappresentare a questo punto un precedente.