Migrazione al Ciapi, magagna alla siciliana?

PALERMO – Ancora scontri in aula per il passaggio anomalo dei 1.800 sportellisti al Ciapi di Priolo. La tensione non si placa al Palazzo dei normanni, duro l’attacco che i parlamentari del Movimento 5 Stelle sferrano al Governo regionale. Siamo di fronte alle “consuete magagne alla siciliana”, tuona Gianina Ciancio in rappresentanza di tutto il movimento 5 stelle.
La vicenda è quella del Ciapi e della torbida e davvero poco chiara migrazione dei lavoratori dagli Sportelli multifunzionali verso il nuovo ente. Ce ne siamo occupati anche noi sabato scorso nell’inchiesta che ha puntato i riflettori sulle discusse procedure applicate dal governo Crocetta che consentirebbero al Ciapi di Priolo di assumere personale appartenente a enti dismessi, parallelamente a ciò che avviene alla Resais SpA da 25 anni.
Il maxi esodo di operatori della formazione, ma anche dei 35 milioni di fondi e 506 corsi verso la futura agenzia regionale dell’impiego desta molti dubbi: “In questa vicenda di trasparente non c’è proprio nulla e chi sa denunci” incalza la Ciancio. La procedura di selezione e assunzione al Ciapi, secondo la deputata, “appare come la solita tutela occupazionale e contrattuale di figli e figliocci”.
Per questo motivo i deputati 5 stelle della V Commissione all’Ars chiedono al governo di fare chiarezza su “come sia stato possibile effettuare una selezione sulla base di un albo provvisorio pubblicato lo stesso giorno di scadenza per la presentazione delle istanze”, inoltre chiedono come mai “viene chiesto agli ex-sportellisti, attraverso un’informativa pubblicata sul sito dell’assessorato del 7 ottobre scorso, di presentare apposita domanda entro l’11 ottobre al fine di partecipare alla selezione per titoli di esperti in materia di politiche attive del lavoro e servizi per l’impiego, in cui si era tenuti ad autocertificare l’iscrizione ad un Albo regionale degli operatori della formazione professionale siciliana, ma non ancora esistente”.
Gli ex-sportellisti, dunque, avrebbero dovuto affidarsi ad un elenco creato nel 2010, a cui faceva riferimento la circolare assessoriale n. 1 del 15 maggio 2013. “Coincidenza vuol, precisa la Ciancio, che l’11 ottobre venisse pubblicato un albo provvisorio”. Ma le domande non terminano qui. “Se l’albo provvisorio non era ancora stato pubblicato, come facevano i richiedenti a dichiarare di farne parte?” – chiede la parlamentare, Gianina Ciancio. E ancora. “Se nell’albo è presente personale assunto dopo il 2008, a chi competono le opportune verifiche? O, ancora, perché il presidente del Ciapi, Egidio Ortisi, ha dichiarato in commissione V di svolgere le verifiche su un semplice elenco o graduatoria mandatagli dall’Assessorato. Di quale graduatoria parlava? Forse quella del 2010, che nulla ha a che fare con l’albo. E come mai l’avviso per partecipare alle selezioni non si trova in nessun sito istituzionale?”. “Chiederemo ufficialmente all’assessorato gli elenchi degli ammessi e relativo punteggio – conclude Ciancio – ma una cosa è certa, di trasparenza e legalità in tutta questa vicenda non c’è nulla”.