PALERMO – “L’Italia sembra ancora una volta in ritardo rispetto al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, pertanto la nostra azione a tal riguardo è finalizzata a non attendere la normativa comunitaria (la EN13432) che dapprima sarebbe dovuta andare in vigore in Italia il 1° gennaio del 2010, ma che poi con il cosiddetto decreto milleproroghe andrà in vigore nel 2011”.
L’annuncio dell’associazione ambientalista Fare Ambiente rilancia una problematica delicata come l’utilizzo dei sacchetti in plastica che continuano ad inquinare il nostro territorio. Il governo Prodi, tramite il comma numero 1130 della Finanziaria 2007, aveva tentato di introdurre il divieto per la vecchia busta di polietilene, ma la mancanza dei decreti attuativi che avrebbero dovuto concretizzare la proposta non ha mai permesso che diventasse reale.
Intanto si moltiplicano le iniziative anti-busta, ma sono soprattutto Inghilterra e Francia all’avanguardia in tal senso. L’associazione ambientalista ha in effetti espresso “massima soddisfazione rispetto ogni iniziativa rivolta a questa specifica tematica, anche da parte di Organizzazioni estere come il Marine Conservation Society (MCS), società inglese no-profit dedicata alla conservazione dell’ecosistema marino che ha proposto per il 12 settembre la prima giornata internazionale ‘contro’ le buste della spesa”.
Se l’Italia piange non ride certamente, la Sicilia che non gode di una situazione invidiabile come smaltimento della plastica in discarica. Ad esempio lo scorso marzo fu il sindaco di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, a lamentare l’invasione dei sacchetti di plastica sulle arterie principali della città.
In caso di condizioni meteorologiche caratterizzate da forti venti si ripropone “com’è ormai prassi consolidata – aveva dichiarato il sindaco Giuseppe Nicastro – ogni qualvolta tali eventi si manifestano, il deprecabile spettacolo sulla strada provinciale Maltempo – Annunziata e della campagna circostante, invase da migliaia di sacchetti di plastica provenienti dalla vicina discarica di c.da Cava dei Modicani”.
La situazione della provincia iblea ripropone un ritornello diffuso anche nel resto dell’Isola, in quanto le difficoltà rilevate dal sindaco riguardano “i notevoli costi di smaltimento in proporzione alla quantità dei rifiuti conferiti ma senza ottenere in contropartita un’efficace e corretta gestione della stessa”.
I dati generali non lasciano tranquilli. “Nel nostro Paese – ha dichiarato Piergiorgio Benvenuti, responsabile delle relazioni istituzionali e coordinatore per il Lazio del Movimento Ecologista Europeo – si producono 300 mila tonnellate di buste di plastica all’anno, l’equivalente di 430 mila tonnellate di petrolio e di circa 200 mila tonnellate di CO2 emesse in atmosfera. In Italia due milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno tra i rifiuti e sono consumati non meno di 4 miliardi di sacchetti. Uno spreco di risorse non rinnovabili, per produrre un oggetto che ha un tempo di vita brevissimo, ma che determina un inquinamento ingente”.