Catania – Lauree “facili” a Catania, bufera sull’Università

CATANIA – Svolta nelle indagini all’Università di Catania per la compravendita di alcuni esami nella facoltà di Medina. Dopo una denuncia anonima e la sospensione di una laurea da parte del rettore Giacomo Pignataro lo scorso ottobre, il procuratore di Catania Michelangelo Patanè, ha annunciato gli arresti domiciliari per i due dipendenti dell’ateneo implicati. Falso in atto pubblico, corruzione ed accesso abusivo ad un sistema informatico, sono le accuse che la Guardia di Finanza contesta a Giovanbattista Luigi Caruso e Giuseppe Sessa.
Sottoposti ad un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare, i due sono accusati di avere favorito, in cambio di denaro, due studenti iscritti alla facoltà di Medicina permettendo il superamento di ben 19 esami con profitto e l’ottenimento della laurea con voto di 110 su 110 in un caso; il superamento di un solo esame in un altro. Due quindi gli studenti indagati con le stesse accuse dei dipendenti, ma a differenza di questi, per loro nessuna custodia cautelare grazie alla collaborazione fornita agli inquirenti.
 
“Gli studenti si rivolgevano a Sessa per avviare la procedura illecita e questi a sua volta, dopo avere avuto indicazioni sulla materia e ricevuto il compenso, si rivolgeva a Caruso perché, con le sue credenziali, provvedesse a fare le false registrazioni”, spiega il procuratore Michelangelo Patanè.
Mentre continuano le indagini per accertare eventuali connivenze o collusi, il rettore Giacomo Pignataro si dice soddisfatto e deciso a continuare a collaborare. “Siamo sinceramente dispiaciuti che ciò sia potuto accadere a seguito di illeciti commessi da personale dell’Ateneo – dice – ma al tempo stesso ribadiamo che l’Università di Catania continuerà ad operare e a vigilare concretamente affinché non si ripresentino altri casi analoghi, che vanno assolutamente condannati e severamente perseguiti”.