Raffineria di Gela, arrivate due camere coke

GELA (CL) – Due camere coke nuove per la Raffineria di Gela sono arrivate ieri al porto rifugio. Rappresentano il motore pulsante dell’impianto ‘coking 2’, fermo da tempo ed in attesa che prendesse corpo il progetto di ammodernamento che prevedeva la posa delle due camere coke nell’ambito di un imponente intervento del costo complessivo di 8 milioni di euro. Le due camere sono state realizzate in un’officina specializzata del Veneto nel 2010 e sono arrivate a Gela dopo tre anni di attesa. La sostituzione delle due camere esistenti con quelle nuove fa parte dell’intervento di ammodernamento degli impianti della Raffineria della multinazionale, nell’ambito dell’investimento di 20 milioni di euro annunciato dalla dirigenza dell’Eni.
Questi i numeri delle dimensioni macroscopiche delle camere coke: sono lunghe 35 metri per un diametro di 8 e un peso che si aggira attorno alle 350 tonnellate.
Le manovre per l’approdo sono iniziate ieri alle 9 attraverso un rimorchiatore che ha attraccato l’enorme imbarcazione che conteneva le due camere, a circa 2,5 miglia dal porto; il lavoro degli ormeggiatori si è protratto per oltre due ore e mezza e alle 11.30 circa le due camere coke sono approdate nelle banchine del porto; qualche difficoltà è stata registrata a causa dell’insabbiamento all’imboccatura del porto, un problema atavico che non trova ancora soluzione.
Al fine di permettere l’approdo in condizioni di sicurezza del pontone è stato necessario il dragaggio dei fondali del porto rifugio che è avvenuto in collaborazione con l’assessorato Infrastrutture e mobilità, l’ufficio del Genio Civile di Caltanissetta che, oltre a partecipare alle spese, ha espletato tutte le pratiche amministrative necessarie per il rilascio regolare delle autorizzazioni.
Le due apparecchiature verranno lasciate in sosta in una area del porto date in concessione alla Raffineria in attesa dell’ultimo trasporto in contrada Piana del Signore dove verranno allocate nell’impianto Coking 2.
Sono stati gli ormeggiatori di Gela a curare l’ingresso al porto della chiatta, sotto la supervisione dei tecnici della locale Capitaneria. Adesso si pone un altro problema per il trasferimento dal porto al petrolchimico: i tecnici hanno qualche perplessità sulla stabilità del ponte che attraversa il fiume Gela: gli esperti avrebbe deciso di evitare l’utilizzo del porto isola per i problemi di scarsa sicurezza dell’infrastruttura. Per questo sono iniziati studi ad hoc per il trasporto delle due camere in condizioni di massima sicurezza.