Catania – Sì alla movida, ma “silenziosa” e il Tar diede ragione al Comune

CATANIA – Brutte notizie per i gestori dei pub del centro storico e per gli avventori, amanti della musica dal vivo spesso, in passato, vera calamita dei Caffè Concerto (il cui nome, d’altronde, è indicativo). Il TAR di Catania, ha infatti rigettato il ricorso presentato dagli aderenti al Cocels (Comitato centro locali serali) in cui si chiedeva l’annullamento degli artt. 4 e 5 dell’ordinanza sindacale n. 160 del 3 luglio del 2009, secondo i quali viene limitata la possibilità di diffusione all’esterno di musica per tutti i locali, pena multe salate fino a 10 mila euro. La motivazione che si legge nella sentenza, sarebbe quella che “allo stato non si reputa sussistere un pregiudizio grave ed irreparabile tale da giustificare il richiesto provvedimento di sospensione”.
Secondo quanto scritto dai magistrati del TAR, l’Amministrazione comunale non vieterebbe lo svolgimento dell’attività commerciale relativamente ai pub e ai locali notturni, né tantomeno l’effettuazioni di celebrazioni musicali, ma l’utilizzo di strumenti che abbiano un supporto elettronico o elettrico e quelli che abbiano bisogno dell’ausilio di un amplificatore. “Dal canto suo, il ricorrente – si legge nelle motivazioni della sentenza – non fornisce un principio di prova circa i motivi per cui l’assenza delle esibizioni musicali, ovvero la loro effettuazione mediante l’uso esclusivo di strumenti acustici tradizionali […] pregiudicherebbe l’attività commerciale del ricorrente al punto che questi ne riceverebbe “un danno gravissimo”.
Danno che, però, i gestori dei locali lamentano e quantificano: sarebbero infatti in calo del 40 per cento gli introiti per i soli mesi estivi. Non solo, l’indotto generato dalla movida catanese è notevole, innanzitutto per quanto riguarda i posti di lavoro creati, posti che, attualmente, sono stati tagliati fino al 60 per cento, proprio a causa della perdita di clientela, conseguenza dell’impossibilità di organizzare concerti e serate musicali.
“È necessario che si trovi un punto di incontro senza strappi” – afferma Puccio La Rosa, che nei mesi scorsi aveva lanciato l’idea di realizzare un consorzio per la movida e creare un vero e proprio marchio, riconoscibile in tutta Italia e non solo. Bisogna che l’amministrazione comunale – continua – affronti il problema attraverso la concertazione con gli operatori del settore, ma soprattutto attraverso la programmazione a lungo termine”. Nel frattempo, solo concertini unplugged!