Palermo – Consiglio: Orlando perde i pezzi. Tre defezioni in soli dieci giorni

PALERMO – La maggioranza del Movimento 139 in Consiglio comunale sembra assottigliarsi sempre di più. Negli ultimi dieci giorni il gruppo che raccoglie i consiglieri del movimento politico fondato dal sindaco Leoluca Orlando ha perso ben tre elementi: Rita Vinci si è autosospesa, Orazio La Corte e Sandro Leonardi hanno fondato per conto loro “Leva democratica”. Prima di loro, Giorgio Calì era passato al Centro Democratico, Loris Sanlorenzo al Pd e Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti erano rimasti fedeli all’Italia dei valori, il partito con cui Orlando è stato eletto nel maggio 2012. E così sono sette gli addii dall’inizio della legislatura, quando gli orlandiani facevano parte del gabbiano arcobaleno e la maggioranza si componeva di trenta consiglieri che potevano decidere il bello e il cattivo tempo dentro Sala delle Lapidi.
Adesso non è più così, perché il Mov 139 si è ridotto a 23 consiglieri e la maggioranza non è più assoluta ma relativa, al punto che d’ora in poi il gruppo che sostiene il sindaco dovrà cercare il voto favorevole di questo o quell’avversario su ogni provvedimento.
L’autosospensione di Rita Vinci ha fatto seguito alla pubblicazione sul sito del Comune dei rimborsi ai datori di lavoro e dei rimborsi benzina dei consiglieri. Dall’analisi dei documenti, infatti, è venuto fuori che la consigliera ha cambiato sia residenza sia datore di lavoro (trasferendosi ad una società in cui c’è anche uno dei suoi figli e ricevendo un aumento in busta paga) a luglio 2012, ovvero appena due mesi dopo la conquista del seggio a Sala delle Lapidi, nel maggio 2012. I rimborsi al datore di lavoro della Vinci hanno subito un’impennata ma questi movimenti hanno messo la pulce nell’orecchio del sindaco che ha disposto accertamenti. E così la Vinci “per tutelare i propri elettori e il gruppo di maggioranza a cui appartiene, oggi il Mov 139 e prima l’Idv, nonché il sindaco, ha deciso autonomamente di autosospendersi dal proprio gruppo consiliare, serena e convinta di avere sempre agito in modo conforme alla legge”.
I consiglieri La Corte e Leonardi, invece, hanno lasciato il gruppo in disaccordo con alcune scelte dell’amministrazione “in particolare – hanno fatto sapere – alla condizione delle partecipate, in relazione alla quantità e qualità dei servizi resi ai cittadini. Ci vogliamo fare portavoce di istanze inascoltate, seppur maggioritarie. È arrivato il momento di fare scelte radicali. Al sindaco diciamo: vogliamo sostenerti ancora”.
Nel frattempo il Pd ha incassato l’ingresso di Fabrizio Ferrara, proveniente dal gruppo Ora Palermo, e di Giovanni Lo Cascio, del gruppo misto. I democrat diventano così il gruppo di punta delle minoranze con sette membri. E proprio il Pd si ritrova al centro di interessi convergenti: prima delle primarie dell’8 dicembre Orlando chiese ai suoi sostenitori di partecipare alle elezioni del segretario nazionale ma non espresse alcuna preferenza fra Pippo Civati, Gianni Cuperlo e Matteo Renzi. Il gesto fu interpretato da più parti come un avvicinamento al partito ora guidato dal sindaco di Firenze. E magari, se l’andazzo in Consiglio dovesse continuare sulla stessa strada, al sindaco potrebbe venire in mente di far affluire in massa i suoi sodali dal Movimento 139 all’interno dell’area di influenza del Pd. O perfino di farsi proprio “assorbire” dai democratici.
Per gli orlandiani sarebbe il terzo cambio di partito in un anno e mezzo.