In Sicilia la situazione è ancora più grave. Nel settore privato, i cassintegrati sono meno di duemila; in quello pubblico oltre centomila, nel cui numero inseriamo i forestali e i formatori del tutto inutili alla produzione ed erogazione dei servizi.
I forestali, circa venticinquemila, sono in numero quasi quattro volte superiore a quelli del Canada (incredibile!), un territorio immenso coperto di foreste ed alberi per cui tuttavia è sufficiente un quarto degli addetti.
Gli inutili formatori sono un esercito di diecimila persone, i precari privilegiati degli enti locali sono oltre ventimila, e poi i dipendenti parcheggiati alla Resais, altri parcheggiati al Ciapi, ex Lsu, ex Pip ed altri.
A tutti questi vanno aggiunti diecimila dipendenti della Regione in esubero, tra i quali almeno mille dirigenti, ventimila dipendenti degli enti locali in esubero, tutti i dipendenti delle ex Province, migliaia di dipendenti della partecipate regionali e comunali in esubero e via enumerando.
L’esubero si evincerebbe immediatamente se ogni ente pubblico o partecipata manifestasse il Piano aziendale com’è suo obbligo istituzionale.
Occorre, dunque, che la Giunta regionale proceda a tagliare senza riguardi la spesa pubblica improduttiva, che alimenta corruzione, inefficienza e clientelismo. Noi abbiamo indicato in 3,6 miliardi tali tagli, ma il presidente della Regione fa orecchie da mercante, tutto concentrato a mantenere l’assistenzialismo di quei centomila siciliani che non lavorano, ma che sono pagati ugualmente, seppure con assegni ridotti.
Non è che si debba negare il lavoro e la relativa remunerazione a tutti costoro. Ma non possiamo più permetterci di pagare a vuoto quasi un miliardo.
Si tratta di ribaltare comportamenti viziosi per farli diventare virtuosi. Ogni euro di spesa pubblica deve avere una contropartita in termini di manufatti o servizi superiore a un euro. Questo è un modo costituzionalmente corretto nello spendere i soldi dei cittadini. Ricordiamo, infatti, che la spesa pubblica deve avere i seguenti requisiti: organizzazione, efficienza, inerenza, economicità, essenzialità, produzione di ricchezza. Chi non lo ricorda, tradisce il mandato ricevuto dagli elettori.