C’è da chiedersi che cosa non funzioni: l’immensa risorsa di cinque milioni di piccole e medie imprese vessate e soffocate da un’imposizione insopportabile; e una burocrazia ottusa, che dice sempre di “no”, tanto gli stipendi dei pubblici dipendenti arrivano puntualmente ogni mese nei loro conti correnti. Se ne possono altamente fottere di imprenditori e cittadini ai quali negano i provvedimenti richiesti in tempi europei.
Ed è proprio la palla al piede della burocrazia, che comprende la giustizia (o meglio l’ingiustizia), la quale emette sentenze non in un anno, ma in dieci e forse più.
Enorme tassazione, giustizia lenta, costo dell’energia maggiore di un terzo rispetto alla media europea, burocrazia perniciosa e classe dirigente inadeguata ai propri compiti respingono gli investimenti stranieri che in queste condizioni sarebbero indispensabile leva per fare accelerare un poco la ruota economica.
E proprio per dare soluzioni a questi problemi che contiamo su Matteo Renzi, il quale dovrà svolgere un’azione rapida per fare le riforme in tempi brevissimi. Oppure diverrà anch’egli un dinosauro.
Tale ufficio, condotto e gestito da dirigenti onesti e capaci (nella Regione ve ne sono decine), dovrebbe rilasciare il citato marchio dopo rigorose procedure di verifica corrispondenti a requisiti ineccepibili che dimostrino la qualità dei predetti prodotti e servizi.
Dopo di che, la Regione dovrebbe fare una massiccia campagna stampa a livello nazionale ed internazionale, con una road map per presentare il Brand Sicilia nelle maggiori capitali del Brics e delle prime venti nazioni per Pil nel mondo.
Il Brand Sicilia potrebbe essere rilasciato anche a congressi e convegni nazionali e internazionali che avessero le caratteristiche qualitative inserite in un apposito protocollo.
Ecco di cosa si dovrebbe occupare il presidente della Regione, cessando di parlare e straparlare, organizzando un percorso efficiente con l’obiettivo di far aumentare il Pil della Sicilia di almeno un punto all’anno e i pernottamenti di visitatori di almeno il 10 per cento all’anno, fino a un primo traguardo di trenta milioni.
Ma ognuno può dare quello che ha e se il presidente non ha capacità, nulla può fare. E si vede!