Se questo evento terribile dovesse verificarsi, già così com’è il triangolo della morte salterebbe per aria. Immaginate cosa accadrebbe se nello stesso territorio si aggiungesse l’enorme serbatoio di gas, oltre all’impianto industriale di rigassificazione tra i più grandi d’Europa. Come possa balenare l’idea a qualcuno di accennare a un simile impianto è incomprensibile, se non per la pressione che il gruppo industriale ligure fa, per perseguire i propri interessi contrari a quelli della Sicilia.
La Regione deve comunicare all’opinione pubblica siciliana un “no” fermo e deciso. Lo diciamo noi che non siamo ambientalisti, né di sinistra, né di centro, né di destra.
La Regione dovrebbe anche procedere alla richiesta di rinnovo degli impianti di tutte le raffinerie esistenti, in modo da abbattere fortemente i veleni diffusi sullo stesso territorio. Non subordinata, ci sarebbe l’ipotesi di ridurre fino al 40% la produzione di raffinato di cui la Sicilia non ha bisogno.
Anche su questa ipotesi il Governo regionale deve dire un “no” forte e chiaro, perché non è interesse della Sicilia aumentare la produzione di energia, bensì servizi avanzati e turistici, cioè attività ad alta intensità di manodopera qualificata e competente e ad alto valore aggiunto.
Il terzo “no” forte e chiaro dev’essere dato agli impianti eolici che deturpano fortemente i paesaggi e non occupano di fatto manodopera (basta un solo manutentore per 30 aerogeneratori).
Abbiamo sentito il presidente Lombardo sulle tre ipotesi prospettate. Ha sempre messo avanti l’interesse dei siciliani, ma lo ha fatto con toni morbidi e felpati. Ne comprendiamo la ragione. Tuttavia, non è consentito di lasciare spiragli entro cui i nuovi conquistatori della Sicilia potrebbero infilarsi per danneggiare le nostre popolazioni e il nostro territorio.
In questa direzione dev’essere compatta la squadra di governo, maggioranza ed opposizione.