Di chi è la responsabilità di questo stato di cose? Molti risponderebbero: di quei soggetti che occupano il posto di responsabilità. Ma essi non riescono a vedere che quei fenomeni sono effetti, cioè malattie che vanno curate. Sarebbe più produttivo se si tentasse di individuare la causa di quegli effetti, ponendosi la domanda: perché la corruzione e l’interesse privato si estendono continuamente anziché diminuire?
La risposta è nei fatti: mancano i controlli politici e civili dei comportamenti di chi ha responsabilità politiche e burocratiche.
Chi dovrebbe esercitare tali controlli? Anche qui la risposta è immediata: i cittadini, i quali devono ricordarsi di essere tali non solo nel più alto momento democratico, e cioè il voto, ma tutti i giorni e tutte le ore del giorno.
Questa analisi obbliga a distinguere le diverse classi sociali ed economiche dei cittadini. Non si può chiedere, infatti, a chi è in condizione di bisogno economico di non farsi venire la tentazione di chiedere favori. Solo pochi hanno la consapevolezza che attraverso gli studi e l’apprendimento della conoscenza possono imbarcarsi sull’ascensore sociale che li porta in alto.
Non sembri un paradosso, ma questa volta, contrariamente alla nostra abitudine, vogliamo spezzare un ramoscello a favore dei consiglieri regionali, compresi quelli siciliani, che hanno abusato del loro ruolo per trarne vantaggi personali. Si tratta di persone poco dotate di etica, che non sono state controllate adeguatamente dalla Classe dirigente.
Un grande meridionalista, Gaetano Salvemini scriveva: I governi italiani, per avere i voti del Sud, concessero i pieni poteri alla piccola borghesia, delinquente e putrefatta, spiantata, imbestialita, cacciatrice di impieghi e di favori personali…
Ormai non c’è più la grande borghesia, ma una Classe dirigente che è stata inquinata perfino dalle infiltrazioni di una mafia che non ha più la coppola, ma che gestisce gli affari in guanti bianchi attraverso una pletora di professionisti, imprenditori e perfino sindacalisti che agiscono nella Cosa pubblica come se fosse Cosa loro.
Tuttavia, vi è gran parte della classe dirigente onesta, corretta, che lavora duramente. Ed è proprio essa che deve ritornare al ruolo di protagonista vigile per controllare istituzioni e burocrazia e per guidare tutta la Comunità a squalificare i peggiori e a premiare i migliori soggetti della stessa. Oppure la decadenza è scontata.