Beni culturali, la Regione non ci tiene

“I siti culturali siciliani, le aree archeologiche, le sale espositive delle gallerie e delle biblioteche regionali, ma anche gli stessi uffici delle soprintendenze, versano oggi in condizioni di gravi carenze igienico-sanitarie, non apparendo idonei a garantire la permanenza del personale per espletare le normali prestazioni lavorative. Inoltre i siti culturali registrano una gravissima carenza di interventi, dal punto di vista strutturale, che ne pregiudicano irrimediabilmente anche la sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro”.
 
A denunciarlo sono Michele D’Amico e Giuseppe Salerno, rispettivamente segretari regionali del Cobas/Codir e del Sadirs per le politiche dei beni culturali. Sono a rischio "praticamente tutti gli uffici e tutti i siti", sottolineano i sindacalisti,  "nonostante il personale abbia sostenuto, sin dall’inizio dell’estate scorsa, con propri fondi le spese ordinarie per l’acquisto di materiale igienico e per l’igienizzazione dei locali (prodotti per pulizia, disinfettanti etc.), oltre che a effettuare, in taluni casi anche le pulizie dei luoghi deputati alla fruizione dei beni culturali anche per evitare un gravissimo danno all’immagine della Regione Siciliana".
 
Ma l’assessore Maria Rita Sgarlata "non incide, anzi il governo regionale pensa bene di tagliare ancora e di netto sui fondi propri destinati al funzionamento dei siti medesimi con l’immediata conseguenza che gli uffici non potranno più garantire il pagamento delle utenze in genere e in particolare delle bollette di energia elettrica e a quelle telefoniche collegate ai sistemi di sicurezza e video-sorveglianza”.
 
“Infatti – continuano i sindacalisti – il governo che già lo scorso anno aveva provveduto a dimezzare i fondi,incredibilmente taglia ancora di almeno il 30% le risorse assegnate ai singoli uffici per il funzionamento rispetto all’anno scorso”. (sull’argomento leggi anche questo articolo)
 
“Esprimiamo meraviglia – concludono – su come Maria Rita Sgarlata, un tecnico alla guida dell’assessorato ai Beni Culturali, continui a dimostrare di non avere alcun programma dell’offerta culturale (POC) e possa dimostrare insensibilità, non solo verso una migliore organizzazione del settore ma anche verso gli aspetti della fruizione e conservazione dei beni culturali, consentendo l’attuale inaccettabile situazione di degrado”.