È inutile che il presidente della Regione si faccia prendere dall’ira, come se fosse stato punto dalla tarantola. Il prefetto Aronica non aveva scelta. Ha dovuto eliminare tutte le spese senza copertura, anche dopo i pesantissimi rilievi della Corte dei conti, che ha dichiarato perduti 3,6 miliardi di crediti, inseriti in quella oscura voce di bilancio “avanzo di amministrazione”, cioè i residui attivi.
Nelle sue otto pagine di premessa al ricorso dinanzi alla Corte costituzionale, il Commissario ha dettagliato e ben motivato le ragioni delle pesantissime censure. Di fatto sono state tagliate le spese clientelari che hanno alimentato il malaffare politico in una sorta di corruzione morale nella quale la Regione si è messa almeno negli ultimi vent’anni.
È incomprensibile che il presidente voglia rivolgersi a Letta. per avere che cosa? Risorse atte ad alimentare ancora il clientelismo? Basta con questi mezzucci da sottosviluppati, basta con questi comportamenti che spiegano senza ombra di dubbio come la Sicilia sia la 235ma regione d’Europa.
Un capitolo a parte merita la questione dei precari. Giornalisti superficiali non hanno approfondito che non è vero che essi siano stati salvati. Se avessero bene letto le carte si sarebbero accorti che i precari regionali sono stati tagliati definitivamente perché non possono avere rinnovati i contratti, in quanto scaduti in via definitiva al 31 dicembre 2013, finalmente! Ma neanche i contratti dei precari, cosiddetti comunali, possono essere rinnovati semplicemente. Infatti è previsto che essi possono essere assunti solo dopo avere fatto il concorso in base alla legge D’Alia (n. 125/2013). Concorso, cui possono partecipare i siciliani non privilegiati, a suo tempo esclusi dalla chiamata diretta subordinata alla raccomandazione.
La predetta legge D’Alia (art. 4, co. 6) stabilisce anche che i concorsi non possono essere svolti solo per titoli, bensì normalmente per esami, in rigorosa osservanza dell’art. 97 della Costituzione.
La triste vicenda che vi abbiamo raccontato getta i siciliani nello sconforto perché le guide della Regione dimostrano incompetenza e incapacità di capire come fare per uscire dall’inferno della recessione e della disoccupazione.