A che punto è l’inchiesta sulle spese pazze dell’Ars?

Continua il valzer in Procura dei 13 deputati che nella scorsa legislatura hanno ricoperto il ruolo di capigruppo nell’Assemblea regionale siciliana e che sono ad oggi indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’uso illegittimo dei rimborsi elettorali. La scorsa settimana è toccato all’ex capogruppo del Movimento per l’Autonomia, oggi Partito dei Siciliani, Francesco Musotto. Oggi dinnanzi ai giudici palermitani si sono recati l’ex numero uno del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini, e l’allora rappresentante dell’Udc, Rudy Maira.
 
Per Leontini le cosiddette “spese pazze” altro non sarebbero che “spese politiche rientranti fra quelle previste per la gestione e il funzionamento del gruppo”.
 
“Non mi sono mai messo un euro in tasca dei fondi. Il 94% delle spese che mi si contestano sono per il pagamento ai collaboratori che io ho lasciato immutato rispetto alla gestione precedente”, ha poi ribadito il deputato del fu partito di Berlusconi uscendo dall’interrogatorio con il pm Maurizio Agnello.
Leontini, assistito dall’avvocato Salvatore Campanella, ha anche spiegato le “mance” di un euro e due euro rimborsate dal gruppo.
 
“Quando firmavo il riepilogo mensile delle spese al bar fatte dai collaboratori – ha detto – facevo un provvedimento cumulativo. Nei 64 euro del bar magari rientravano anche le mance, ma io non sono mai entrato nel dettaglio delle spese. Non ho mai analiticamente conosciuto le spese”.
 
Per la multa all’auto personale rimborsata dal gruppo, Leontini dice: “Ho dimostrato che in quel momento l’auto del gruppo non era disponibile. Utilizzavo la mia per fini istituzionali. Ho sempre pagato tutte le multe personali e le ho portate ai pm. Spesso capitava che prendessi una multa nonostante i pass. In quel caso sarà stata contestata al mio autista e per questo è stata pagata con i soldi del gruppo”. L’ex deputato ha parlato anche delle spese per cene “tutte elettorali”, ha detto, e spese legali “assolutamente legittime”.
 
Rudy Maira dell’Udc, invece, non nasconde che la classe politica dell’Isola ha oltrepassato il Rubicone.
 
“Abbiamo esagerato, con il senno del poi posso dirlo – ha ammesso Maira – Ma non ci sono ‘Fiorito’ all’assemblea siciliana. Ho deciso di rispondere alle domande del pm per fare chiarezza. Sono convinto di avere rispettato tutte le norme previste dalla Regione”.
“Forse i finanzieri – ha proseguito – non hanno presente le norme in questione. L’indennità per i capigruppo è equiparata ai presidenti di commissione. In più il 10% dei fondi del gruppo era a disposizione del presidente per le sue spese”.
 
Per quanto riguarda le retribuzioni dei collaboratori, Maira spiega: “C’è un contratto interno – ha detto – sottoscritto da presidente assemblea, gruppi e sindacati che prevede queste retribuzioni con tredicesima, quattordicesima e quindicesima e altre indennità. Quindi non c’è nulla di irregolare”. A Maira i pm contestano anche l’acquisto, con la formula del leasing, di due auto Audi A6. “
È previsto anche da un decreto del presidente – ha spiegato – che i gruppi hanno la facoltà di prendere della auto per fini istituzionali”.