Beni culturali, da Piazza Armerina nuova strategia

I beni culturali sono probabilmente il più grande tesoro della Sicilia – si parla del 30 per cento del totale nazionale – ma ad oggi sono del tutto abbandonati a se stessi. Abbiamo scritto più volte di come e quanto si trovino nel degrado i nostri gioielli da Palermo (leggi qui) a Ragusa (leggi qui). Le causa sono molteplici: cattiva gestione dei siti di interesse culturale, scarsa attenzione da parte della Regione che non destina alle Soprintendenze i fondi necessari per gli interventi di riqualificazione e da ultimo, ma non meno importante, il mancato coinvolgimento dei soggetti privati (leggi qui).
 
Per rilanciarli, il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Antonio Venturino, ha proposto di creare un capitolo di spesa unico per i Beni culturali “dove far confluire gli incassi dei siti per renderli autonomi e produttivi”.
 
 
“Una soluzione concreta – ha continuato l’ex deputato grillino – per risolvere la cronica mancanza di fondi utili per la gestione, il mantenimento e la promozione dei nostri beni culturali attraverso la modifica delle norme di bilancio che regolano l’ingresso delle somme e la loro destinazione”.
 
Venturino, che è anche componente della V commissione “Cultura, formazione e lavoro” ne ha discusso poche ore fa a Piazza Armerina con l’assessore regionale al ramo, Maria Rita Sgarlata, e quella al Turismo, Michela Stancheris.
 
 
“Al momento i proventi che derivano dai parchi archeologici e siti museali regionali – spiega il vice presidente – confluiscono nell’unico calderone del bilancio regionale e non hanno una destinazione specifica. Con quei proventi paghiamo quindi, la formazione, l’apparato amministrativo e via discorrendo”.
 
“Ciò significa – ha continuato – che nei momenti di crisi, la prima cosa ad essere tagliata sono i trasferimenti peri i beni culturali che invece rappresentano l’unica industria capace di creare reddito alla nostra terra. La soluzione è tanto semplice quanto concreta: lavorare in commissione per modificare le norme di bilancio che regolano l’ingresso delle somme, destinando quindi i proventi dello sbigliettamento dei siti archeologici e museali regionali in un apposito capitolo specifico per i soli beni culturali”.
 
Il numero due del Parlamento siciliano ha quindi aggiunto: “Effetto immediato sarebbe quello di rendere autonomi i siti in termini di gestione, con un conseguente miglioramento dei servizi tali da tradursi in un incremento turistico notevole. In sostanza si trae beneficio dai nostri beni culturali ma non si investe un solo euro per il loro mantenimento”.
 
L’esempio concreto riguarda la Villa Romana del Casale. Al momento il Comune di Piazza Armerina dovrebbe percepire il 30% degli incassi relativi agli ingressi nella struttura, ma allo stato attuale l’Ente non ha certezza né sulle somme né sui tempi perché gli incassi confluiscono direttamente nel bilancio regionale, salvo poi un trasferimento tutt’altro che immediato e certo nelle casse comunali.
 
“Un giro – conclude Venturino- che potrebbe essere tranquillamente evitato con un trasferimento diretto. La soluzione su cui lavoreremo da subito in commissione, creerebbe un circuito virtuoso che potrebbe far vivere la Sicilia una nuova stagione economica basata proprio sul turismo”.