ROMA – Quasi fatta per l’accordo sulla legge elettorale. Via libera al 37% per il premio di maggioranza, alla delega al governo sui collegi e al Salva-Lega. La soglia di sbarramento per i partiti che si presentano in coalizione scenderebbe dal 5 al 4,5%. Sarebbe questo – secondo quando viene riferito – uno dei punti dell’accordo tra Fi e Pd sulla riforma della legge elettorale. Dovrebbe essere poi stato fissato a 45 giorni il limite per la delega al governo per ridisegnare i collegi.
"L’accordo – secondo il capogruppo Pd in commissione Emanuele Fiano – esce migliorato da quello presentato nella direzione ed è il migliore nelle condizioni date. Così – prosegue – non si chiude la porta ai partiti minori e si rappresentano le forze territoriali". La minoranza del Pd resta critica. "Bene che si sia alzata la soglia a 37 – spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre – ma restano i nodi delle liste bloccate e delle soglie. E’ una legge troppo sbilanciata a favore di Berlusconi e di Forza Italia.
"Bene così – su Twitter il segretario del Pd Matteo Renzi – Adesso sotto con il Senato, le Province e il Titolo V. E soprattutto con il Jobs act. Dai che questa è la volta buona"."
Le riforme istituzionali, la legge elettorale e la fine del bicameralismo paritario che rappresenta una cosa obsoleta nel nostro paese, sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro paese. E’ una buona notizia per l’Italia se riusciamo a farle", ha detto il premier Enrico Letta a Bruxelles.
"Ognuno ha la sua legge ideale in testa. Ma abbiamo fatto una legge che migliora l’attuale nell’interesse dei cittadini, non nell’interesse del Pd". Maria Elena Boschi, a chi le domanda delle perplessità della minoranza Dem sui listini bloccati risponde: "Sarebbe difficile spiegare che facciamo saltare tutto per un singolo punto". "Da parte del Pd non ci saranno" franchi tiratori in Aula alla Camera: "ci sarà serietà e credo che il Pd resterà unito e compatto come è stato fino ad ora in Parlamento", ha detto la responsabile riforme Pd, rispondendo a chi la interpella all’uscita dalla sede del Pd.
"La storia della Lega degli ultimi 20 anni – dice Maroni – è anche storia di coalizione: non per affinità ideologiche, ma sulla base di contenuti e programmi. Io sono favorevole, perchè l’esperienza di coalizione che sto facendo al governo della Lombardia, con i colleghi di Piemonte e Veneto ha buoni risultati e penso debba proseguire. Ma è una decisione che spetta agli organi della Lega".
Per il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera e relatore alla riforma elettorale Francesco Paolo Sisto (Fi), "sembra che sia vicino l’accordo sulle soglie al 4,5%, all’8, 12 e 37%". Le soglie a cui si riferisce Sisto sono quella di sbarramento per i partiti (4,5%), per i partiti che corrono fuori dalle coalizioni (8%), per le coalizioni (12%) nonché quella per il premio di maggioranza, che secondo Sisto scende al 15%.
"Siamo contrari – afferma Ciccio Ferrara, di Sel – ad una riforma elettorale che ha come unico scopo quello di limitare la rappresentanza di milioni di cittadini il cui voto non troverebbe nessuna corrispondenza in Parlamento". Il partito di Vendola è pronto a "dare battaglia contro questa legge Forzaitalicum".