Nel nostro Paese, in quasi settant’anni di Repubblica, sono sopravvissute le corporazioni fasciste, le quali continuano ad operare secondo una logica tornacontista in spregio alla necessità dei cittadini di avere meno di quanto danno. Questo è il punto. Ognuno di noi dovrebbe dare alla collettività meno di quanto riceve dalla stessa. Solo così avviene una redistribuzione della ricchezza prodotta e una minore concentrazione, in poche mani, della stessa.
La ricchezza, in sè, è un fattore positivo a condizione che sia stata depurata opportunamente delle imposte dovute, che non provenga da delitti e che sia stata prodotta in base ai principi etici che devono governare una Comunità.
Contro l’equità vi sono i privilegi che una volta acquisiti si trasformano, secondo alcuni, in diritti. Si tratta di una palese falsificazione della verità. Mai i privilegi acquisiti possono diventare diritti acquisiti. La natura stessa del privilegio, contrario all’equità generale, lo mette fuori da un ambiente nel quale hanno luogo i doveri, prima, e i diritti, quelli veri, molto dopo. Questa è la giusta classifica e non l’inversione degli elementi descritti.
Prendiamo i pensionati, ad esempio. Ve ne sono milioni che continuano a ricevere l’assegno mensile calcolato non in base ai contributi versati, come sarebbe stato equo, ma ad un conteggio che ha tenuto conto dell’ultimo stipendio percepito.
Cosicché, per esempio, molti militari prima di andare in pensione vengono promossi in modo da percepire un assegno superiore. Alla Corte costituzionale vi è l’abitudine di nominare un presidente per pochi mesi, con la stessa refluenza. Il discorso vale per moltissimi settori pubblici dove la promozione, qualche giorno prima della pensione, fa ingrossare indebitamente l’assegno.
Tutto ciò, ripetiamo, per non osservare la regola-madre che è quella di corrispondere un assegno in base ai contributi effettivamente versati.
Il plus dell’assegno pensionistico costituisce un privilegio e, in uno Stato civile, dovrebbe essere cancellato a posteriori ignorando lo stupido reclamo di chi parla di diritti acquisiti. Ribadiamo, un privilegio non può mai ritenersi acquisito. Se c’è stato va eliminato.
Una vera revisione della spesa pubblica potrebbe tagliare fino a cento miliardi dei privilegi acquisiti!