Crocetta: siciliani come Gandhi

“Domani sarò costretto a pubblicare una finanziaria che non mi appartiene, che ripudio, che canta il de profundis al posto di lavoro di migliaia di lavoratori, che uccide la diversabilità e impedisce ai non vedenti di studiare, che butta sul lastrico migliaia di famiglie e impone alla Sicilia una manovra depressiva senza precedenti, che potrà influire sulla tenuta sociale della Regione, che affossa le imprese e influirà negativamente sul rating nazionale e regionale. Faccio appello al Capo dello Stato, affinché intervenga in questa situazione terribile”. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
 
La finanziaria era stata per i due terzi impugnata dal Commissario dello Stato e lo scorso 24 gennaio l’Assemblea siciliana aveva votato un ordine del giorno che impegnava il governatore a pubblicare sulla gazzetta ufficiale la parte non impugnata. Senza la pubblicazione gli uffici regionali non possono procedere al pagamento degli stipendi ai 18 mila dipendenti della Regione siciliana e degli assegni ai 12 mila pensionati, oltre che al personale dell’Assemblea e ai 90 deputati.
 
“Per me domani – aggiunge Crocetta – sarà un giorno di grande tristezza, che trascorrerò pregando per la Sicilia e per il popolo siciliano, perché non debba più subire violenze cieche e irrazionali. Sono pronto al confronto istituzionale, ma con fermezza, sapendo che in ballo non ci sono i giochetti della politica politicante, ma gli interessi di un intero popolo che ha già subito tante violenze e che oggi viene massacrato”.
 
“Usciremo dal guado, perché la verità e la giustizia trionfano sempre. Faccio appello ai siciliani – conclude – di stringersi in questa civile e democratica lotta per la Sicilia, con uno stile quasi gandhiano, quello di un popolo assediato che sa che soltanto attraverso la mobilitazione democratica e non violenta, potrà ottenere quella comprensione istituzionale che è necessaria per risorgere. Ce la faremo. Non ho dubbi”.