Spaccatura interna al Pdl si riflette in Giunta

PALERMO – La situazione politica in Sicilia è ormai arrivata ad un punto di non ritorno. Le due fazioni interne al Pdl (da un lato quella del viceministro con delega al Cipe Gianfranco Miccichè e quella del Presidente del Senato Renato Schifani, entrambi palermitani) sono uscite allo scoperto e si attaccano senza esclusione di colpi. E lo fanno soprattutto dopo la mossa provocatoria di Miccichè di creare il Pdl Sicilia, un gruppo di dissidenti che ha preso piede sia al Comune  che alla Provincia di Palermo. 
 
L’ultima esternazione arriva dal co-coordinatore del Pdl in Sicilia Domenico Nania, che in una lettera indirizzata a Schifani e al Ministro della Giustizia Angelino Alfano scrive: “Ha ragione Micciché. Non c’è chiarezza, nè potrebbe esserci in chi predica bene e razzola male. E’ giunto il momento di ritirare i due assessori dalla Giunta regionale in rappresentanza dei due leader siciliani dell’ex Fi, senza che questo significhi assolutamente ritirare il sostegno a un governatore che dobbiamo continuare a sostenere lealmente”. E prosegue:“Il ritiro degli assessori metterebbe in risalto il sostegno, a volte camuffato, a volte palese, dei tanti Cracolici (capogruppo Pd all’Ars, ndr) e Lumia (senatore Pd, ndr), ma ridarebbe dignità alla politica”. “Se la politica si trasforma in una giungla hanno il sopravvento le iene e gli sciacalli – aggiunge Nania -. Se diventa il regno della chiarezza e della responsabilità possono vincere le ragioni del consenso e del rispetto per tutti. Caro Alfano e Schifani, è giunto il momento della chiarezza, perché se si rispettano gli elettori non si possono tenere a lungo i piedi in due staffe. Il resto lo vedremo strada facendo”.
Interviene anche Enzo Galioto, senatore,  che ha fatto sapere di appoggiare la replica del sindaco di Palermo a Micciché. “Dobbiamo trovare le ragioni per stare assieme- ha dichiarato – anche nella diversità delle opinioni e dei pareri, come la storia ci insegna. I grandi partiti della Prima Repubblica, come il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana, avevano linee di pensiero diverse al loro interno, ma riuscivano a fare sintesi. Bisogna confrontarci e contarci, avendo tutti il diritto e il dovere di dire la propria e di contribuire verso un’unica direzione di partito”. Situazioni queste che si ripercuotono inevitabilmente all’interno di Palazzo dei Normanni, dove si paventa una nuova crisi regionale e di conseguenza, uno stop all’attività legislativa già poco fiorente.
Intanto questa settimana sono convocate quasi tutte le commissioni all’Ars: oggi le commissioni Bilancio, Lavoro e Sanità hanno al primo punto dell’ordine del giorno l’esame del documento di programmazione economico finanziaria, domani se ne occuperà anche la commissione Affari istituzionali e infine giovedì anche le commissioni Attività Produttive e la Territorio e Ambiente. L’obiettivo è di portare il documento in Aula il prima possibile, per approvarlo se possibile entro la fine del mese o al massimo ai primi di ottobre.