PALERMO – Ridurre i deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Lo prevede il disegno di legge di iniziativa parlamentare del Pd con una riforma dell’articolo 3 dello Statuto per passare da 90 a 70 deputati. Esaminato a fine febbraio 2009 in Commissione Statuto all’Ars, passerà all’esame in Aula. Giovanni Barbagallo, il primo firmatario sottolinea: “Ai lavoratori siciliani che perdono il lavoro bisogna dare un segnale forte. Il taglio da 90 a 70 vuol dire una classe dirigente responsabile, soprattutto in una Regione che per risanare il bilancio è costretta a vendere gli immobili”.
Dalla riduzione dei deputati si avrebbe un sicuro risparmio sia nei costi della politica che dell’amministrazione parlamentare. Il problema della spesa delle assemblee infatti è sempre presente, perché anzicchè provare a ridurla, aumenta ogni anno. Se guardiamo al bilancio preventivo 2009 del Senato la spesa corrente è di 579,3 milioni di euro, ovvero 1,54 % in più rispetto al 2008; alla Camera per il 2009 la spesa corrente è di 1 miliardo e 55 milioni, ovvero 32 milioni in più rispetto al 2008. Anche all’Ars la spesa rispetto al 2008 ha una previsione in crescita del 2,29% in più, dai 161,3 milioni nel 2008 ai 165 previsti per il 2009.
Il presidente Silvio Berlusconi propone di dimezzare deputati e senatori per: 1. abbassare i costi della politica; 2. semplificare i tempi parlamentari; 3. responsabilizzare i parlamentari. Si passerebbe infatti da un parlamentare ogni 63.549 abitanti ad uno ogni 126.965 con 473 tra deputati e senatori eletti anzicchè 945. Abbiamo inviato ai presidenti dei cinque gruppi parlamentari Ars un email per conoscere la loro opinione sul dimezzamento dei deputati Ars, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
In Sicilia, se i deputati venissero ridotti da 90 a 70, si avrebbe un parlamentare ogni 71.917 abitanti, ovvero più di quattro rappresentanti per i 297.842 abitanti della città di Catania.
Ma veniamo alle spese. Nel preventivo 2009 dell’Ars, al capitolo II “Competenze deputati” sono segnati 21 milioni 950 mila euro (243.888 euro per deputato per l’intero anno, 20.324 al mese), che per 70 parlamentari scenderebbero a 17 milioni 72 mila. Questo capitolo include l’indennità parlamentare, la diaria, l’indennità d’ufficio e spese e rimborsi.
Si aggiungono risparmi anche sui capitoli III (Previdenza e assistenza per i deputati in carica e cessati dal mandato), XII (Servizi ausiliari), XV (Beni di consumo e servizi vari) e XVI (Spese varie).
I 23 milioni 926 mila euro del capitolo terzo includono assegni vitalizi (la voce più pesante pari a 21 milioni e 500 mila euro), l’indennità per cessazione di mandato ed eventuali anticipazioni, contributi per prestazioni economico-previdenziali, spese per la partecipazione dei deputati a corsi di lingua straniera, di informatica e altri, indennità ai deputati uscenti a titolo di aggiornamento politico-culturale. Con 70 parlamentari la voce verrebbe ridotta a 18 milioni e 784 mila euro. Il più leggero è il capitolo dodicesimo, quello sei servizi ausiliari che è pari a 550 mila euro per pagare infermeria, visite medico-fiscali e servizi sanitari d’urgenza insieme a caffetteria e servizi di ristoro.
Ovviamente, con 70 parlamentari, anche questa spesa verrebbe ridotta a 427 mila euro. Nel capitolo quindicesimo la voce “Beni di consumo e servizi vari” ricomprende il noleggio e la gestione di autovetture di servizio, l’acquisto di oggetti vari e di arredo non inventariabili, il consumo di energia, acqua e combustibile per riscaldamento ma anche lavori di tappezzeria, installazione di tendaggi (50.000 euro per un anno!). Ci sono pure servizi igienici e di pulizia e generi per barberia che fanno 500 mila euro, e ancora traslochi e facchinaggio, spese telefoniche (950 mila euro!), noleggio e manutenzione impianti di sicurezza, carta e cancelleria, acquisto di giornali e riviste e rilegatura di libri e registri. Per un totale di 4 milioni 334 mila euro per tutto il capitolo quindicesimo. Per 70 deputati ridotti a 3 milioni 370 mila euro. Infine il capitolo sedicesimo, quello delle “Spese varie”, totale 11 milioni 152 mila euro, che per 70 parlamentari fa 8 milioni 673 mila.
Sommando tutte le voci si avrebbe un risparmio di 15 milioni 158 mila euro che moltiplicati per cinque anni, ovvero la durata di un’intera legislatura comporterebbero un risparmio di 75 milioni 791 mila euro