PALERMO – Sono stati pubblicati dal Dipartimento regionale i dati dell’Osservatorio turistico sui flussi di visitatori nella provincia di Palermo fra il 2011 e il 2012. I dati riflettono la realtà degli ultimi anni, con un’offerta orientata verso il basso, l’aumento nelle presenze dei bed and breakfast a scapito dei grandi e medi alberghi e la diminuzione dei flussi interni e l’aumento di presenze di stranieri. Inoltre, va segnalata la bassa media di pernottamenti di chi va a in vacanza a Palermo e in provincia.
Il totale del comparto alberghiero ha perso lo 0,6 per cento dei posti letto e le maggiori diminuzioni si notano nei complessi a tre e due stelle, che hanno perso entrambi il 2 per cento, seguiti da quelli a cinque che hanno diminuito il numero dei posti letto disponibili dell’1,8 per cento fra il 2011 e il 2012.
Per contro è aumentata, addirittura del 3,9 per cento, la disponibilità negli alberghi a una sola stella. Indicativo di un’offerta indirizzata più al risparmio che all’eccellenza. Risparmio che è ben visibile dalla crescita esponenziale delle cosiddette “case vacanze”, ovvero quello strutture che sono di fatto alloggi familiari che vengono dati in affitto da privati, che il più delle volte non sono specialisti del settore, prevalentemente nelle zone di villeggiatura. Ebbene, secondo i dati dell’Osservatorio, la disponibilità in queste strutture in dodici mesi è aumentata dell’14,2 per cento.
Significativo che nella graduatoria queste siano seguite dai bed & breakfast che fra il 2011 e il 2012 hanno visto lievitare i posti letto dell’11,3 per cento. Proprio il boom delle piccole strutture ha mantenuto accettabile la disponibilità verso i flussi turistici nella provincia che sono lievemente aumentate (+0,8 per cento) con una netta differenza fra settore alberghiero (-0,6) ed extralberghiero (+4,4).
Esemplificative sono le cifre relative alle variazioni dei numeri degli esercizi. Nel settore alberghiero è curioso rilevare il fatto che sia cresciuta del 5,4 per cento la presenza nel territorio di esercizi a due stelle, gli stessi che però hanno perso posti letti per il 2 per cento, mentre il settore nel totale ha registrato un aumento del 2,3 per cento. Numeri lontanissimi però dal boom dell’extralberghiero, con un aumento medio dell’8,6 per cento e i picchi delle “case vacanze” (+10,8) e dei bed & breakfast (+10,4).
Le presenze, naturalmente, ricalcano fedelmente il cambio di prospettiva del settore. I flussi nel settore alberghiero sono aumentati del 4,1 per cento con un crollo delle presenze italiane (-4,6 per cento) e il boom degli stranieri (+13,6), mentre nell’extralberghiero il trend positivo si attesta sul +7,7 per cento, registrando una vertiginosa crescita riguardo le presenze straniere (+17,9) e un afflusso stabile su quelle italiane (-0,2). Male, la presenza media: il massimo sono i 3,5 di giorni degli stranieri nelle strutture alberghiere, mentre il totale non supera nemmeno i tre giorni medi (2,9).