Stato-Mafia, S.Borsellino: “Paolo aveva capito c’era trattativa”

"Paolo ha continuato a servire lo Stato pur sapendo la fine che lo aspettava. Ha affrontato la morte con coraggio, a testa alta. Lo Stato ha trattato con la mafia e questo Paolo l’aveva capito.
Quando gli è stato chiesto di abbandonare le indagini sulla strage di Capaci, si è rifiutato energicamente, allora non restava altro che eliminarlo".

Lo ha detto, è scritto in una nota, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso insieme alla scorta il 19 luglio 1992 a Palermo.
Il fondatore del movimento "Agende Rosse" ha partecipato al convegno organizzato dal liceo "Campanella" di Lamezia Terme sulla strage di via D’Amelio.

"Quel 19 luglio 1992 – ha raccontato agli studenti – è stata fatta sparire anche l’agenda rossa su cui mio fratello Paolo annotava tutto, in quelle pagine c’era tutta la sua attività investigativa".

"La seconda Repubblica – ha proseguito – ha le fondamenta bagnate di sangue. Forse un giorno gli autori della trattativa Stato-mafia saranno assolti perché il fatto non costituisce reato. Quel giorno spero proprio di non esserci".

L’iniziativa è stata organizzata all’Osservatorio Falcone – Borsellino – Scopelliti presieduto da Carlo Mellea ed è stata patrocinata dal Consiglio regionale della Calabria.

Il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico ha definito utilissima l’iniziativa al Campanella. "In Calabria è difficile fare tutto – ha commentato – ma noi non ci dobbiamo perdere d’animo. La cultura dà libertà".

Rivolgendosi ai ragazzi, Talarico ha detto: "Non guardate con diffidenza alla politica, la società è vostra. Voi dovete essere protagonisti del cambiamento".