La Sicilia è stata disastrata dagli ultimi tre presidenti della Regione (Cuffaro, Lombardo e Crocetta), ovviamente con una gradazione diversa. Dispiace che al primo dei tre sia stato consentito di pontificare da dentro la cella di una prigione, discettando, come se lui non fosse un detenuto, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e dunque non c’era proprio bisogno di sentire la sua opinione.
I siciliani sono sempre più disgustati dai comportamenti della Classe dirigente in cui ovviamente vi è il primato della politica, che dovrebbe essere un primato di responsabilità e non di potere.
Ecco perchè alle elezioni del 28 ottobre 2012, la metà non è andata a votare e dell’altra metà una parte non indifferente ha protestato votando per i grilletti. Gli stessi sono andati in Assemblea regionale con tante buone intenzioni, ma stanno dimostrando il limite di non presentare proposte di legge capaci di scardinare le incrostazioni, la corruzione, l’inefficienza e il sistema dei favori con cui vengono beneficiati i soliti clienti.
Nonostante la loro presenza da oltre un anno, nell’Assemblea regionale i consiglieri e, soprattutto, i dipendenti, continuano a mantenere privilegi inauditi e insopportabili.
Fino a quando negli armadi dei dirigenti vi saranno scheletri a bizzeffe, nessuno di loro potrà gestire la branca amministrativa che gli è stata affidata con equità, obiettività ed efficienza, perché sarà soggetto a ricatti di questo o di quell’altro e quindi sarà succube dei ricattatori.
Ribadiamo ancora che fra i dirigenti regionali e comunali ve ne sono tantissimi onesti e corretti, che stanno in mezzo alla gente e la ascoltano, ma essi non alzano la voce per affermare la loro contrarietà verso gli altri diversamente onesti e perciò ricattabili e qualche volta corrotti. È un obbligo etico, per chiunque appartenga a una categoria, di distinguersi e non confondersi con chi straccia l’etica.
Il Presidente della Regione sta per nominare i dirigenti delle 17 aziende sanitarie e ospedaliere. Abbia un sussulto di onestà intellettuale e di coraggio e nomini professionisti al di sopra di ogni sospetto, capaci di incidere chirurgicamente con il bisturi sulla immensa inefficienza della spesa sanitaria e sulla profonda iniquità che esiste nel trattare i bravi e i disonesti allo stesso modo.
Chi il coraggio non ce l’ha, deve trovarlo se vuole onorare la sua vita, oppure rimane un’ameba.